IN OCCASIONE DEL CONCERTO DEL 1° NOVEMBRE 2014 ALLA KULTURFABRIK DI ESCH-ALZETTE , ORGANIZZATO DALLA KULTURFABRIK asbl

IN COLLABORAZIONE CON PASSAPAROLA Magazine  & ISTITUTO ITALIANO DI CULTURA Lussemburgo

RIPROPONIAMO L’INTERVISTA PUBBLICATA SU PASSAPAROLA Magazine di FEBBRAIO 2014

 

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Abbiamo intervistato GENNARO T, leader storico della formazione partenopea che ci ha raccontato la storia della band dalle origini fino all’ultimo disco CONTRORA, che sancisce il ritorno definitivo della storica voce di Raiz.

1993 – ANIMAMIGRANTE: 20 anni di discografia ufficiale all’insegna del dub, dell’innovazione tecnologica, delle contaminazioni. Quando si festeggia un lungo periodo di attività è anche tempo di bilanci. Tornando indietro a quei primi passi, ti ricordi quali erano le aspettative per la musica degli ALMAMEGRETTA?

All’inizio la nostra musica aveva come grande obiettivo quello di rispettare la tradizione della musica napoletana e mediterranea ma allo stesso tempo donare ad essa un’apertura nuova. A quel tempo le musiche che maggiormente si stavano affacciando a livello internazionale erano il trip-hop e il drum ‘n bass. Inoltre, il dub stava sempre più prendendo campo tra gli ascolti anche di massa. Da qui nacque l’idea della musica degli Almamegretta. Una musica del tutto nuova dalla quale non ci aspettavamo tutta questa risonanza anche se, in cuor nostro, lo speravamo.

Il vostro gruppo ha rappresentato la miglior fusione tra il sound mediterraneo e il nuovo sound britannico in voga a partire dagli Anni ’90 e che aveva in Adrian Sherwood il vertice massimo della produzione internazionale. Come avete concepito questa formula particolare che sembrava cosi lontana da un certo modo di fare musica all’italiana?

Pensando alla nostra musica mi vengono in mente i concetti di lungimiranza e di contaminazione. Era il momento degli sbarchi a Lampedusa e accanto a quelle tragedie umane c’era anche la volontà di integrazione e di scambio culturale. Nel nostro caso, posso dire che la contaminazione ha sempre fatto parte della nostra musica, permeata sia alle nuove culture che stavano arrivando in Italia, sia alle musiche di scoperta in arrivo dalla terra di Albione.

 

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Raiz e gli ALMAMEGRETTA: una storia infinita con un parziale addio della storica voce per poi tornare tutti insieme alla grande. Quali furono i motivi di distacco di Gennaro Della Volpe dalla band?

Quello con Raiz non è mai stato un addio definitivo. Gennaro a un certo momento ha creato altri progetti di varia natura. La sua personalità è costantemente in ricerca di nuove strade ed è variata molto nel tempo. Uno dei cambiamenti più grossi nello suo percorso personale è stato quello religioso con la conversione all’ebraismo. In ogni caso, non ci sono mai state rotture e in qualche maniera abbiamo sempre continuato a collaborare.

Il 2013 é stato un anno particolare per voi con la vostra partecipazione a Sanremo. Perché un gruppo come voi decide dipartecipare a Sanremo?

Quest’ultimo Festival è stato presentato da Fazio che a noi piace particolarmente. Inoltre, è stato un Festival ricco di gruppi non convenzionali come Marta sui tubi, Elio e le Storie tese. E’sempre un luogo dove farsi vedere. Per tutti questi motivi abbiamo deciso di accettare la partecipazione.

Finalmente è arrivato CONTRORA, un album in cui gli ALMAMEGRETTA tornano alla loro formazione storica. Un album che arriva dopo la vostra inaspettata esibizione al Festival di Sanremo. Questo disco rappresenta un nuovo punto di partenza per voi?

Come detto prima il nostro rapporto di collaborazione con Raiz non è mai cessato del tutto. Non nego che sono stati anni di riposo ma anche di ricerca e di studio di nuove sonorità. Per tanti aspetti a noi sembra l’album che maggiormente rappresenta il sound Almamegretta.

In CONTRORA ci sono anche delle notevolissime collaborazioni con Enzo Gragnaniello, James Senese e Federico Zampaglione. Come sono nate queste collaborazioni?

Enzo Gragnianiello e James Senese sono due personaggi straordinari e fondamentali della cultura musicale partenopea e per noi è stato molto semplice collaborare con loro. Anche Federico Zampaglione lo frequentiamo da moltissimi anni, fin dagli esordi della nostra carriera. Sono contributi davvero molto importanti per questo nuovo ultimo album.

Siete sempre stati pronti a combattere contro i problemi che affliggono il territorio campano. In questi giorni si parla moltissimo del problema della TERRA DEI FUOCHI. Qual è il vostro pensiero e la vostra posizione in merito?

Per quanto ci riguarda il problema della “terra dei fuochi” non si può  relegare a margine unicamente del nostro territorio. E’ un problema che riguarda tutti noi italiani. Una catastrofe di dimensioni enormi, alla quale bisogna porre rimedio quanto prima, con la speranza che tutti si impegnino a trovare una soluzione nel modo più veloce possibile.

Napoli probabilmente è la città musicale per antonomasia in Italia. Qual è la scena attuale di oggi e quali artisti citeresti tra quelli da seguire con maggiore interesse?

La scena di Napoli non finisce mai di essere creativa. Ultimamente il campo di interesse si è spostato maggiormente nel mondo dell’hip-hop, con personaggi come Lucariello che ha collaborato anche con noi e, ultimamente, con Clementino che propone un sound moderno ed originale affiancato a liriche taglienti.

Paolo Travelli

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