L’organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) l’8 luglio scorso ha definito l’epidemia di ebola come “un’urgenza di sanità pubblica di portata mondiale”. La dottoressa Joanne Liu, presidente internazionale di Medici Senza Frontiere (MSF) ha dichiarato presso le Nazioni Unite che “gli Stati hanno riunito la coalizione mondiale dell’inazione”.
L’Ebola, febbre emorragica di origine virale, è infettiva e altamente contagiosa e può trasmettersi attraverso il contatto con gli animali (pipistrelli, scimmie) oppure da uomo a uomo. Attualmente, l’unica cura contro l’Ebola è sintomatica e consiste nella reidratazione dei pazienti affetti dal virus, nella stabilizzazione della pressione arteriosa e nel controllo dello stato febbrile e del dolore.
Sei mesi dopo lo scoppio dell’epidemia, MSF sottolinea la drammaticità della situazione e la necessità di prendere misure ulteriori a livello internazionale per contenere il contagio. Liberia, Sierra Leone, Guinea e Nigeria sono i paesi con il maggior numero di vittime per un totale di 3.967 casi e 2.105 decessi dichiarati l’8 settembre scorso. MSF è presente nella regione a partire dal marzo scorso e gestisce attualmente cinque centri per il trattamento dei pazienti con una disponibilità complessiva di 457 letti. Renzo Fricke, coordinatore d’urgenza per l’epidemia di ebola in Africa occidentale, riporta che nonostante l’impegno massivo di MSF, le misure impiegate per contenere il contagio sono insufficienti.
MSF Luxembourg ha lanciato un appello affinché il governo lussemburghese assuma le proprie responsabilità a livello internazionale. “Il Lussemburgo è molto presente a livello europeo e ha diverse relazioni bilaterali; può fare pressione e porre l’accento sulla necessità di intervenire rapidamente” spiega Paul Delaunois, direttore generale di MSF Luxembourg alla conferenza stampa dello scorso 15 settembre.
Diverse sono le priorità: l’apertura di nuovi centri per i pazienti e di nuovi laboratori; la realizzazione di ponti aerei per il trasporto di persone o materiale verso l’Africa occidentale; l’apertura di un sistema regionale di ospedali per il trattamento del personale medico; il miglioramento del sistema di messa in sicurezza delle vittime del virus e soprattutto l’organizzazione di campagne di sensibilizzazione efficaci. Particolarmente attivi a fianco di MSF sono l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) che coordina la gestione dell’emergenza, il CDC (Centers for Disease Control) che si occupa del controllo e dello smaltimento delle salme infette e il Programma Alimentare Mondiale per la distribuzione di alimenti.
Altre organizzazioni come i comitati nazionali della Croce Rossa, la Croce Rossa francese, il Comitato Internazionale della Croce Rossa e CARE International si occupano della logistica e delle campagne di sensibilizzazione per la prevenzione del contagio.
Elisa Pizzi