Una sala stracolma di persone ieri (16 dicembre 2013, ndr), presso la sede della BGL di Lussemburgo, per parlare della situazione del Pakistan e celebrare Malala, la giovane pakistana insignita di recente del Premio Sacharov dal Parlamento europeo, un premio che da 25 anni è stato istituito per onorare le persone e le organizzazioni che si battono per la difesa delle libertà e dei diritti dell’uomo.
Tra gli oratori della serata, organizzata dall’Ufficio d’informazione del Parlamento europeo, il Consiglio Nazionale delle donne del Lussemburgo e Amnesty International Luxembourg, il politologo francese Jean –Luc Racine, esperto di studi asiatici e in particolare dell’area indiana. Racine ha fatto un excursus storico sulla poltica pakistana fino ai giorni nostri, un’ottima cornice socio-politica per mettere in risalto la figura di Malala. Quella del Pakistan è una storia travagliata che ha visto – nel corso degli ultimi 70 anni – l’alternarsi di molti regimi dittatoriali a qualche governo democratico-parlamentare.
A parte la situazione ancora irrisolta del Kashmir, fanno rabbrividire i dati riguardanti l’istruzione: basti pensare che su 200 milioni di abitanti solo il 22% delle donne riesce a completare il ciclo primario di studi.
Altro importante contributo alla conferenza è stato dato dalla giornalista britannica Chrstina Lamb, corrispondente all’estero del Sunday Times. La Lamb ha sempre avuto un occhio attento su quello che è accaduto e accade in Pakistan. Era sul bus di Benazir Bhutto nel 2007, quando la leader pakistana fu vittima di un attentato suicida. Christina Lamb è coautrice con Malala di Io sono Malala (Garzanti Libri), libro di grande successo che racconta la vera storia di Malala.
Amelia Conte