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Una Rivoluzione Civile in Italia e in Europa

 

14 mesi cadeva il IV governo Berlusconi – uno dei peggiori della storia della  Repubblica Italiana –  per le pressioni “dei mercati” e grazie ad una  operazione di palazzo orchestrata in primis dal Presidente della Repubblica Napolitano. Lo sostituiva il governo Monti, un governo “tecnico” con a capo un  uomo della finanza ed ex commissario europeo con il compito di “rimettere in  piedi” e “recuperare la credibilità all’estero” del paese, sostenuto dalla stragrande maggioranza delle forze del Parlamento, compresi il Partito Democratico di Bersani e il Popolo delle Libertà di Berlusconi.

Le elezioni del 24-25 febbraio avverranno in seguito ad una mossa politica di Berlusconi che – facendo mancare la fiducia al governo Monti – ha contribuito a porre fine ad un esecutivo che probabilmente sarebbe durato ancora a lungo.


Fin dalle prime battute il governo Monti ha dimostrato di non essere affatto  un governo di transizione “a termine”, ma piuttosto un esecutivo di continuità con le politiche neoliberiste applicate in tutti i paesi europei. Anzi si può tranquillamente affermare che il governo Monti è riuscito nelle politiche di classe antipopolari dove il governo Berlusconi aveva fallito, come ad esempio nella riforma delle pensioni e nella riforma del diritto del lavoro, che manomette l’art.18 che protegge i lavoratori italiani dal licenziamento senza giusta causa.

Le politiche di questo governo cosiddetto “tecnico” hanno continuato ad  applicare le stesse ricette che vengono, in misura e in modalità diverse a seconda del paese, applicate in tutta Europa, impoverendo la popolazione e demolendo tutte le protezioni ad un completo sfruttamento dei lavoratori conquistate in anni di lotte.
Tutto ciò è stato appoggiato coscientemente dal Partito Democratico (PD), il maggiore partito di opposizione ai governi Berlusconi di questi anni.

Il PD non lo fatto certamente per opportunismo o per tattica, quanto piuttosto perchè purtroppo si ritrova organicamente in questo tipo di scelte politiche e di  ricette economiche. Ciò è dimostrato da innumerevoli episodi, fatti e  dichiarazioni ma soprattuto da quello che si profila come lo scenario più probabile dopo le elezioni del 24-25 febbraio: una governo di coalizione PD- Monti. Perfino i toni della campagna elettorale del PD sono “rassicuranti”:
rassicuranti nel senso che, in caso di vittoria, non si rimetterranno in discussione né le riforme del governo uscente, né le scelte dell’Unione Europea (a partire dal Fiscal Compact e il pareggio di bilancio in costituzione). Ci si comporterà insomma da forza politica “responsabile”, una parola che oggi va molto di moda.

I due partiti comunisti italiani – Rifondazione Comunista e il PdCI – nelle difficoltà di far funzionare e crescere la Federazione della Sinistra, sono state tra le uniche forze a perseguire in questi mesi una opposizione di classe al governo Monti. Non si può dire che sia stato facile, data soprattutto l’ anestetizzazione e l’immobilismo di alcune forze sociali di fronte alle  politiche antisociali del governo.Per le prossime elezioni i due partiti, insieme ad altre forze e alla società
civile che in questo periodo si sono contraddistinte – anche con accenti diversi – nell’opposizione alle politiche del governo, sono riusciti in tempi stretti a dare vita alla lista “Rivoluzione Civile” capeggiata dal magistrato antimafia Ingroia. Questa lista si contraddistingue per essere schierata in modo netto a sinistra del PD e nel proporre un progetto alternativo a quello proposto dalla destra e dal “centro-sinistra” (che in effetti hanno purtroppo molti punti in comune, come dimostrano non i programmi, ma i fatti).

Anche in Europa i due partiti comunisti PRC e PdCI presentano insieme ad altre forze una lista per permettere agli italiani residenti all’estero di dare un voto ad una forza alternativa. Nella lista per la Camera si presentano Mercede Maria Orizzonte (dalla Germania) e Piero Carta (dal Belgio), Giovanni Albino (dalla Grecia) e al Senato Salvatore Falcone (dalla Francia) e Cataldo Cala’ (dal Belgio).


Nella situazione tutt’altro che facile nella quale versa da anni la sinistra italiana, il successo di questa lista è da salutare positivamente e potrebbe essere lo strumento per ricostruire un movimento sociale dignitoso ed efficace che possa ricominciare una lotta serrata anche dentro parlamento su alcuni temi come lavoro, redistribuzione, ambiente, infrastrutture, ruolo dell’Europa.

profili completi su www.rifondazione.be

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