Presentazione della mostra “RITORNO ALLE MINIERE DEI FARAONI”
Al Mutuo Soccorso piemontese vengono aperte le porte di una istituzione prestigiosa, la Società Geografica Italiana. Nella sua sede di Villa Celimontana, a Roma, sarà infatti ospitata dal prossimo 21 dicembre la mostra “RITORNO ALLE MINIERE DEI FARAONI”, che vede protagonisti i minatori (e le loro Società di mutuo soccorso) partiti da Brosso e da vari paesi dell’Agordino, nei primi decenni del Novecento, per andare a lavorare nelle miniere di fosfati aperte dal Banco di Roma a Kosseir, sul Mar Rosso.
La mostra ha avuto origine dal materiale storico – lettere, fotografie, documenti personali – che la Società di Mutuo Soccorso fra gli Operai di Brosso ha raccolto, a cui si è aggiunto poi il ricchissimo fondo fotografico conservato da alcune famiglie dell’Agordino, località da cui provenivano molti dei lavoratori emigrati.
Organizzata congiuntamente dalla Fondazione per le Società di mutuo soccorso e dal Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino (con il contributo finanziario di numerosi enti) la mostra ha iniziato il suo percorso a Torino e si è poi spostata in Veneto, al Museo Etnografico della provincia di Belluno e nella miniera di Valle Imperina, a Rivamonte Agordino.
Ora, con la tappa romana, si allontana dai luoghi di nascita dei minatori per iniziare un viaggio che la porterà lontano. La meta successiva sarà infatti l’Egitto, dove in primavera verrà ospitata dall’Istituto Italiano di Cultura: un approdo dal significato particolare, il ritorno nel paese dove la nostra “colonia italiana” – come viene ancora oggi chiamata a Kosseir la comunità dei nostri emigrati – ha lasciato il segno.
Ma le fotografie di Kosseir non documentano soltanto le costruzioni, gli impianti, il lavoro: raccontano anche momenti di vita, rapporti, incontri, feste, scampagnate.
E mostrano come per i lavoratori italiani ed egiziani sia stato naturale aggregarsi e farsi riprendere insieme, a dimostrazione che fra loro, fra persone pur di posizione e cultura diverse, non esistevano barriere tali da separarne le vite.
(Com.stampa 3 dicembre 2012)