Quattro collane, non semplici etichette ma cornici di grande respiro:  “etcetera etcetera” diretta da Glaujco Léndaro,  “eporìe” diretta da Maurizio Nocera, il “neo di gutenberg” diretta da Tiziana Dollorenzo Solari e dei “petiarii” diretta da Donatella Stamer. Attraverso il primo titolo editato è visibile l’ immagine  della casa editrice: coniugare il tema dell’Arte, della Storia e delle più innovative espressioni proprie della Poesia con una particolare attenzione alle Scienze esatte.

 

Come è nata l’idea del Codice C?

Come tanti saggi anche questo volume ha una madre e a differenza degli altri ha tanti padri ed è figlio di più opere. La madre è riconoscibile, a tratti ricorrenti e per via di continue citazioni, da un titolo cartesiano il “Discorso sul Metodo”.  Unitamente a questo saggio appare in caduta libera il mio (editato un anno prima)  “Singhiozzo Francese” ove mi sono  prodotto in cancellazioni di brani del filosofo francese e fra le righe ho inserito alcuni miei brani utili, a mio avviso, a sollecitare l’attenzione dei ventiquattro autori di Codice C.  Il risultato c’è stato.  Questo volume dimostra e vuole essere la prova provata, come sia possibile riproporre un testo classico e lo studio che ne deriva, attraverso una singolare rilettura, aiutati da una veste grafica non allineata con l’editoria corrente.

Ho destrutturato l’opera del filosofo inserendo poesia, prosa, note e ricerche nel campo filosofico, letterario, musicale, religioso e artistico. Un preciso viatico per tutti gli autori chiamati a registro perché si producessero con l’opera del 1537 e con il pensiero del nostro convitato  di pietra. In quota ai rispettivi interessi questi Autori-Attori hanno prodotto una piccola rivoluzione con pagine graffianti, graffiate di segni e  densamente popolate di immagini e da particolari partiture musicali appositamente scritte. Una allegoria, un capriccio.

Perchè la scelta di un volume a tiratura limitata di cui le prime 50 copie corredate da un’opera grafica originale di Donatella Stamer?

L’inusitato formato, la copiosità dei testi, le numerose immagini e i motivi grafici inseriti dentro e fuori testo, nonché l’epistolario tenuto con gli  autori non hanno appesantito la lettura proprio perché hanno trovato leggerezza nella misurata impaginazione. A differenza di altri  saggi laddove compaiono vari autori ho preferito riprendere la parola dopo ogni intervento con commenti scritti. Interloquire per rimettere la barra dritta affinché il loro “discorso” fosse sempre pertinente all’opera ispiratrice. Una vera e propria opera aperta.  Altro significato è la presenza, anche se fuori testo, di una opera grafica originale.  Vuole essere la visibile presenza di una vecchia  e storica consuetudine, se vogliamo anti commerciale, quella di inserire una incisione a tiratura limitata di Donatella Stamer, un incisore dalla  lunga preparazione, limitata a soli cinquanta esemplari come contenuta è stata la tiratura della pubblicazione a soli quattrocento  esemplari.   Una volta Borges scrisse che non capiva l’overdose di titoli pubblicati, per lui erano preferibili le poche edizioni di una volta,   secondo il maestro c’era la certezza che le stesse fossero veramente lette!  Inoltre Codice C riserva ai lettori una sorpresa, anch’essa in linea con il bel tempo che fu, quella di una pubblicazione intonsa, ovvero poco sfogliabile perché ancora integra e senza i tagli laterali di ripulitura: apribile solo munendosi di un tagliacarte.  Non un vezzo ma  l’invito: quello di suggerire una lettura poco frettolosa, un testo slow.

L’uomo si esprime a 360 gradi e riesce  a farlo solo grazie al proprio desiderio di ricerca. Come viene integrato questo desiderio nei contenuti del libro?

È vero l’uomo del Rinascimento riuscì ad esprimere il proprio pensiero agendo e comportandosi a tutto tondo fra poesia, musica, arte  e scienza e quest’opera, nella sua interezza, tenta di recuperare questa totalità. Lo strabismo di questi autori permette ai più vari  lettori di ricercare quelle fonti che la mia bibliografia generale suggerisce.

 

Al volume hanno collaborato anche Antonio Basile, Tiziana Dollorenzo Solari, Alessandro Laporta e Maurizio Nocera. Quale ricerca editoriale sta alla base?

Unitamente a questi autori citati ve ne sono altri (Fernando Bevilacqua – Manuel Blazquez – Alberto Buttazzo – Giacinto Cargnoni – Franco Contini  – Marcello Diotallevi  –  Nunzio Fiore – Giovanni Laforge – Giuseppe Gregorio Lisi – Doriano teodoro Longo –   Grazia Manni – Michele Provenzano – Giampiero Quarta – Massimo Quarta –  autore sconosciuto – Dori Spiazzi – Donatella Stamer –  Enrico  Tallone  e Giovanni Turria),  prodottisi  con la fotografia, con ancora l’incisione, la parola scritta, molte tecniche miste,  elaborazioni digitali, stampa tipografica di tradizione.  Tutti invitati, tutti partecipi al tavolo con il nostro convitato più volte accennato.  Una compagine ben assortita.  Non nascondo al lettore e alla mia intervistatrice che il progetto denominato CODICE C è ambizioso e preannuncia titoli tutti a tiratura limitata, con opere originali, con la cura maniacale per la stampa e quando previsto proprio con caratteri mobili.  Editorialmente parlando per noi è un ritorno al futuro perché viva un passato mai veramente trascorso.

 

Elisa Cutullè

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