Viaggio dalle tenebre alla luce tra musica, parole e spiritualità. Nel cuore pulsante della settimana sanremese, tra le luci sfavillanti dell’Ariston e il fermento da mercato ortofrutticolo della Sala Stampa Lucio Dalla, c’è stato un momento di pausa, un respiro profondo nella frenesia del Festival. Un viaggio fuori dal tempo, un ritorno all’essenza
Nella suggestiva Concattedrale di San Siro, la Diocesi di Ventimiglia-Sanremo ha ospitato Simone Cristicchi per un incontro speciale intitolato “Dalle tenebre alla luce”. Un evento che ha raccolto un folto pubblico in un silenzio quasi mistico, offrendo un’ora di riflessione attraverso la musica, lontano dal clamore del Festival.
L’artista, in gara con Quando sarai piccola, brano vincitore del Premio Lunezia per il testo più emozionale, ha guidato i presenti in un percorso fatto di parole e note, esplorando il legame tra arte, fede e spiritualità . Un’occasione rara, in cui la musica ha assunto un valore profondamente contemplativo, diventando strumento di introspezione e connessione con il sacro. “La bellezza di una melodia, la profondità di un testo e la sincerità di un’interpretazione possono toccare il cuore e avvicinare al mistero di Dio” – ha sottolineato la Diocesi in un comunicato – ribadendo l’importanza della musica come veicolo di significato e trascendenza.
Cristicchi, con la sua capacità di fondere poesia e spiritualità, ha offerto un momento di autentica condivisione, trasformando la Concattedrale in un luogo di incontro tra l’umano e il divino. “Pensando a questa città, pensando al Festival di Sanremo – ha ricordato l’artista – non posso dimenticare che tutto è partito da qui, da questa città meravigliosa e dal pubblico che, in quell’anno 2007, ha voluto regalarmi una rosa.”
Alla fine del concerto, una lunga standing ovation, proprio come all’Ariston. Ma qui, più che il clamore dello spettacolo, restavano negli occhi e nei volti delle persone un senso di pace, una leggerezza nuova. Perché la musica, quando incontra l’anima, ha il potere di trasformare. E qui, in questo spazio fuori dal tempo, lo ha fatto.
Gilda Luzzi