Il 15 novembre scorso, il CEFIS ( Centre d’Etude et de Formation Interculturelles et Sociales) ha presentato lo studio “Il razzismo e le discriminazioni etno-razziali in Lussemburgo: ascolto delle vittime”. Questo studio costituisce un’estensione del primo rapporto realizzato dal CEFIS e dal LISER nel 2022

In questo studio – dicono i ricercatori – abbiamo parlato con persone che si auto-identificano come vittime di razzismo, al fine di fornire ulteriori informazioni sul razzismo e sulle discriminazioni in Lussemburgo, attingendo direttamente alle esperienze vissute. Nella prima parte, analizziamo le diverse forme di razzismo, facendo una distinzione tra il razzismo più inconscio e invisibile (le “microaggressioni”) e le forme più consapevoli, a volte più violente, di razzismo. Sottolineiamo che queste forme non sono isolate l’una dall’altra, ma si collocano in un continuum che parte dai pregiudizi cognitivi, dai processi di categorizzazione, fino ai pregiudizi, inserendosi in un contesto sociale e istituzionale specifico. Identifichiamo poi gruppi specifici sottoposti a razzismo, il cui fenotipo è più evidente e che sembrano essere più esposti: le persone nere, le persone asiatiche e le persone presumibilmente musulmane. Sottolineiamo alcune intersezioni: l’intersezione tra il razzismo e la discriminazione basata sullo status socio-economico (l’immagine del “migrante povero e approfittatore”) e l’intersezione tra sessismo e razzismo, che espone le donne soggette a razzismo all’esotizzazione e alla fetizzazione, fino a giungere anche a violenze sessuali.

Alcuni ambienti ricorrono anche come propensi a comportamenti razzisti, come la scuola, il mondo del lavoro, le amministrazioni e lo spazio pubblico. Una sezione si concentra sull’impatto del razzismo sulle persone vittime di esso, il carico mentale che ne deriva può portare alla perdita di fiducia e stima di sé, ansie e traumi, un impatto negativo sulla costruzione dell’identità e persino rabbia e ribellione. Con preoccupazione constatiamo che una grande parte dei partecipanti allo studio preferisce tacere di fronte agli atti razzisti, favorendo così anche l’invisibilità del razzismo. Sono citate molte ragioni, ma sembrano prevalere la mancanza di speranza che una denuncia possa avere successo e la paura delle conseguenze negative di parlare. Lo studio si conclude con raccomandazioni basate sui testimoni: queste raccomandazioni possono essere raggruppate in quattro obiettivi centrali completati da percorsi secondari. Si tratta di:

  1. Proporre spazi sicuri di ascolto (safe spaces) per le vittime e favorire la loro resilienza.
  2. Decostruire le rappresentazioni distorte e combattere gli stereotipi.
  3. Rafforzare l’informazione sui diritti per far conoscere le strutture e favorire la presentazione di denunce.
  4. Adottare un approccio proattivo e preventivo nella lotta contro il razzismo adattando le istituzioni.

Lo studio e una presentazione sintetica dello studio sono disponibili sul sito web: https://cefis.lu/le-razzisme-et-les-discriminations-etno-raziales-au-luxembourg-la-parole-aux-victimes/ 

Contatti: Sylvain Besch – responsabile Sylvain.besch@cefis.lu 

Fréderic Mertz – responsabile aggiunto Fréderic.Mertz@cefis.lu Tel: +352 44743 – 501

Per scaricare lo studio, clicca QUI

cefis asbl

Potrebbe interessarti anche questo

Il concerto di gala di SOS Villages d’Enfants Monde (SOSVE) è stato un grande successo

Il 12 dicembre scorso, alla Philharmonie, il tradizionale concerto in favore dei progetti in Benin. Con una meravigliosa Orchestre Philharmonique du Luxembourg e il vincitore del Concorso Regina Elisabetta è stata una serata di musica e solidarietà L’ONG lussemburghese rimane…

Il Lussemburgo nella Seconda Guerra Mondiale, la nuova mostra digitale del C2DH

Nata grazie ad una convenzione del 2021 tra l’Uni.lu e lo Stato, è stata sviluppata dal Centro lussemburghese di storia contemporanea e digitale (C2DH) dell’Università del Lussemburgo per coinvolgere un vasto pubblico. Offre una narrazione innovativa in francese, inglese e…

I sindacati lussemburghesi restano vigili

Sul deterioramento dell’assicurazione di disoccupazione per i lavoratori frontalieri francesi, di cui avevamo pubblicato un articolo giorni fa, riportiamo un breve aggiornamento In effetti la base di calcolo delle indennità di disoccupazione sarebbe stata calcolata con coefficiente più basso, al…

Se l’Argentina di Milei va a destra, la Republica oriental de Uruguay vota a sinistra

Il 24 novembre scorso Yamandù Orsi della coalizione di sinistra Frente Amplio è stato letto presidente dell’Uruguay, sconfiggendo il candidato del partito centrista al governo, il Partido Nacional, Alvaro Delgado. L’affluenza nel paese è stata dell’89,4 % su un totale…