Splendido omaggio alla sua Sicilia e onore a un triste fatto di cronaca. Beppe Fiorello dietro la macchina da presa coglie nel segno
Stranizza d’amuri, primo lungometraggio di Giuseppe Fiorello, è semplicemente un gran bel film. C’è attenzione ai personaggi, un delizioso omaggio visivo alla Sicilia, ai suoi paesaggi, alle sue atmosfere. Un film che ti cattura. Lo si guarda e intanto si è lì, in quel Sud dell’Italia di oltre 40 anni fa. Si segue la pellicola è si è a fianco dei protagonisti: giovani, belli, con la vita in mano…
Viene voglia di essere parte della famiglia di Nino (Gabriele Pizzurro), semplice, felice, che trasuda amore. Oppure si soffre per Gianni (Samuele Segreto) e la sua mamma per come sono costretti a vivere. Si torna a fare il tifo per quella Nazionale di calcio che ci ha fatto sognare ed esultare nel luglio del 1982. Il regista si è ispirato a un drammatico fatto di cronaca (ottobre 1980), l’omicidio di Giarre (Catania, 1980) che vide due ragazzi gay, amanti, uccisi brutalmente con un colpo alla testa. Il colpevole non è mai stato individuato con certezza, una fitta coltre di omertà. Fiorello ha ”posticipato” la finzione cinematografica di due anni, ambientandola nell’estate calcistica più famosa per l’Italia (dove peraltro si nota una pecca narrativa: la partita contro il Brasile fu giocata il pomeriggio, con la luce, non la sera al buio, come appare nel film).
Questo delitto portò a una consapevolezza sociale sulla discriminazione verso gli omosessuali e alla nascita del primo circolo Arcigay . Un film davvero da non perdere.
Maria Grazia Galati