Ogni settimana una poetessa, un poeta, un profilo, una citazione sul suo intendere il modo di costruire le parole, la sua poesia.

Vittorio Sereni

Vittorio Sereni

In una straordinaria coincidenza di date, di luoghi, di mestieri paterni, Vittorio Sereni nasce a Luino come Piero Chiara nel 1913. Sono entrambi figli di funzionari di dogana in servizio a Luino sul confine svizzero verso il quale si protende tra vallate e passi scoscesi la sponda varesina del lago Maggiore. Il padre di Chiara viene dalla siciliana Resuttano, figlio di quella borghesia meridionale a cui la scelta doganale di Cavour di un’unica tariffa nazionale dal 1860 aveva precluso ogni futuro. Si laurea in Lettere a Milano con una tesi su Guido Gozzano che gli attira l’interesse fra gli altri di Aligi Sassu e Salvatore Quasimodo. Nel 1937 entra con Dino Del Bo, Ernesto Treccani e Alberto Lattuada nella redazione della rivista Corrente. Nel 1941 pubblica la prima raccolta di poesia Frontiera. Dopo aver lasciato l’insegnamento nel 1952 lavorerà all’ufficio stampa della Pirelli, in seguito alla Mondadori e sarà per un lungo periodo critico letterario al Corriere della Sera. Impegnato come traduttore di poesia riceverà nel 1982 il Premio Bagutta. Come critico ha il merito di avere rivalutato la qualità letteraria dell’opera di Piero Chiara, autore lungamente trascurato dalla critica ufficiale. Considerato poeticamente influenzato dal modernismo di Ungaretti e Quasimodo e dall’ermetismo fiorentino, Sereni presenta invece una sensibilità elegiaca profondamente marcata dal suo periodo giovanile trascorso sul Verbano. Stella variabile è il titolo dell’ultima antologia pubblicata da Garzanti nel 1982 che ottiene il Premio Viareggio per la poesia. Muore d’improvviso nella sua Luino nel 1983 il cui Comune ne conserva oggi l’Archivio Vittorio Sereni nel Palazzo Verbania, sul lungolago che tanto aveva ispirato la sua poesia.

Loris Jacin

“Il nome di poeta appare sempre più una qualifica socialmente difficile da portare e da sostenere persino nel suo normale ambito letterario. Questo dimostrano di sentire alcuni dei più avveduti, forse anche dei più vivi, tra quelli che sono giovani ora o che appena si affacciano alla maturità…Ed è nell’oroscopo dei destini immediati che il discorso sulla cultura, con tutte le sue implicazioni, sia assunto ad oggetto e contenuto concreto della poesia….In ogni caso, ciò che non si vorrebbe mai vedere stravolto o semplicemente alterato è la naturale capacità di comunicazione della poesia e la corrispondente attitudine ad accoglierne la voce”.

INVERNO A LUINO

Ti distendi e respiri nei colori.

Nel golfo irrequieto

nei cumuli di carbone irti al sole

sfavilla e s’abbandona

l’estremità del borgo.

Colgo il tuo cuore

se nell’alto silenzio mi commuove

un bisbiglio di gente per le strade.

Morto in tramonti nebbiosi d’altri cieli

sopravvivo alle tue sere celesti,

ai rari battelli del tardi

di luminarie fioriti.

Quando pieghi al sonno

e dài suoni di zoccoli e canzoni

e m’attardo smarrito ai tuoi bivi

m’accendi nel buio d’una piazza

una luce di calma, una vetrina.

Fuggirò quando il vento

Investirà le tue rive;

sa la gente del porto quant’ è vana

la difesa dei limpidi giorni.

Di notte il paese è frugato dai fari,

lo borda un’insonnia di fuochi

vaganti nella campagna,

un fioco tumulto di lontane

locomotive verso la frontiera.

(Poesie)

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