In occasione della prima edizione di Sconfinamenti, il festival dei libri italiani di Basilea, organizzato da Comites Basilea, GIR – Giovani in rete, con il sostegno di Itaca e ItaloBlogger, ieri (sabato 26 agosto, ndr), Elly Schlein ha presentato il suo libro “La nostra parte. Per la giustizia sociale e ambientale, insieme” (Ed. Mondadori, 2022).


La segretaria eletta recentemente alle primarie del Partito Democratico, vincendo la corsa con il 54% dei voti e divenendo la prima donna, nonché la più giovane, alla guida del partito italiano, dialogando con Toni Ricciardi, deputato eletto nella circoscrizione estera per il PD, si è detta “onorata di poter lanciare il Festival Sconfinamenti ed entusiasta di passare questo tempo insieme a condividere ragionamenti per il futuro e su come provare a mettere un po’ di impegno a disposizione per le nostre comunità italiane”.

Inoltre, ha raccontato come l’esperienza di nascere o scegliere di vivere in un altro Paese sia sintomo di molteplicità, un elemento che dà grande ricchezza alla formazione delle nostre identità. Un elemento fondamentale della sua formazione. “Non sarei la persona che sono oggi – ha detto – se non avessi fatto questo tipo di esperienza, che vuol dire avere uno sguardo attento, aperto e curioso su quello che si muove intorno a noi“.

In foto: S. Butitta, E. Schlein, T. Ricciardi, M.Sica (copyright Foto Nuccio)

Poi, riprendendo anche le tematiche del suo libro, Schlein ha parlato di intersezionalità, salario minimo, di ambiente e politiche migratorie, dell’ impegno per combattere il populismo. “Trovare parole nuove che possano riaccendere la speranza e ricostruire fiducia con gli italiani e con le italiane, perchè se siamo in questa condizione dobbiamo anche chiederci che cosa non ha funzionato di quello che abbiamo fatto in questi anni…“. E ancora : “Dobbiamo ricordarci da che storia veniamo, perchè ce la stiamo dimenticando; voi sapete bene qual è stato il grado di discriminazione subita dagli emigranti negli altri paesi, il pregiudizio, l’idea che fossero criminali, che sfoderassero più facilmente il coltello per risolvere le controversie. Sappiamo da che storia vediamo e di quei semi amari ancora raccogliamo oggi alcuni dei frutti. Non dimentichiamo che tipo di retorica si fa contro gli stranieri, contro i frontalieri; ecco non abbiamo imparato abbastanza dalla nostra storia, perchè in Italia succede lo stesso.

La segretaria ha poi voluto ricordare che l’Italia più recentemente è diventato un Paese d’immigrazione ma non ha mai realmente smesso di essere un Paese di emigrazione. “Io voglio dirlo – ha continuato – questa destra è ossessionata dell’immigrazione e non ha mai parlato di emigrazione; (…) , conoscendo la complessità e la circolarità dei flussi migratori che caratterizzano la nostra emigrazione italiana all’estero, la destra non si è mai occupata di quella migrazione forzata, di quei giovani che in alcuni territori, con contratti cosi precari e salari cosi bassi è chiaro che si sentano costretti di fare la scelta di andare altrove a portare le proprie capacità, le proprie competenze, il proprio talento, anche semplicemente le proprie aspettative di una vita migliore. E’ un cambio di prospettiva quello che dobbiamo riuscire a costruire”. (continua)

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