Sottotitoli, subpac e interpreti LIS per rendere concerti e spettacoli sempre più accessibili e inclusivi. In Italia la nuova tendenza per allargare la partecipazione delle persone con disabilità uditive e visive

Le note di “Ridere” si diffondono in tutto lo stadio di San Siro durante la prima data milanese (11 luglio, ndr) del tour. Sul palco, però, non ci sono solo i Pinguini tattici nucleari. Con la band bergamasca c’è anche Giorgina Lo Nardo, artista interprete LIS palermitana, che canta in lingua dei segni italiana.

Niente di programmato, un cartellone che si alza dal pubblico con la richiesta e la scelta della band di cogliere l’occasione per rendere la propria musica ancora più inclusiva. Ancora lo stadio meneghino, preceduto di qualche giorno da quello partenopeo, ma stavolta la band è internazionale.

I Coldplay tornano in Italia dopo sei anni con un obiettivo: «vogliamo che i nostri concerti siano accessibili a tutti e che tutti abbiano la migliore esperienza possibile», scrive la band sul sito ufficiale. Come? Interpreti nella lingua dei segni locale, borse sensoriali e il sistema audio-tattile SUBPAC (zaini che tramite un sistema audio-tattile trasferiscono la risposta delle basse frequenze direttamente al corpo dell’ascoltatore permettendogli di vivere un’esperienza sensoriale unica attraverso la percezione corporea dei suoni) per offrire a sordi e ipoudenti un’esperienza fisica del suono «perché possano provare una connessione più forte con la musica» ma anche una “stazione di rifugio mobile” (mobile sensory refuge station) con sacchetti sensoriali  per le persone con sensibilità ai suoni particolarmente intensa. Per gli spettatori ciechi o ipovedenti, invece, previsti tour tattili prima della performance e un’applicazione che mette a disposizione dei lettori schermo-ingranditori.

L’opera non è da meno. A Siracusa, il teatro greco ha ospitato pochi settimane fa un allestimento de “La Traviata” di Giuseppe Verdi con traduzione in LIS realizzata all’interno di progetto nato dalla collaborazione tra il Coro Lirico Siciliano e l’associazione Sicilia, turismo per tutti.

La Fondazione Arena di Verona, in occasione della centesima stagione estiva, lancia invece – con il sostegno dell’accessibility partner Müller Italia – Arena per Tutti: 1500 posti riservati a persone con disabilità motoria e un percorso di inclusione che coinvolgerà 1000 persone con disabilità e i loro accompagnatori dando a tutti per dieci serate la possibilità di seguire lo spettacolo con supporti sensoriali e cognitivi e percorsi dedicati (trailer inclusivi, in italiano e in inglese, con sottotitoli, voce e traduzione in lingua dei segni italiana e non, audio-introduzioni e audio-descrizioni per persone cieche e ipovedenti ma anche sottotitoli per persone sorde e ipoudenti e libri di sala inclusivi e digitali con testi semplificati, caratteri modificabili e ingrandibili, audio-descrizione delle immagini e testi tradotti in lingua dei segni oltre che schede delle opere in linguaggio Easy To Read promosso da Inclusion Europe, l’associazione europea per persone con disabilità cognitive, in italiano e in inglese).

www.arena.it

L’elenco è, fortunatamente, sempre più lungo. Da qualche anno anche per le cinque serate del Festival di Sanremo è garantito il servizio di sottotitolazione in diretta, l’audio-descrizione in diretta e l’interpretazione in LIS. «Si tratta sicuramente di importanti passi avanti verso un’esperienza più inclusiva per le persone con disabilità uditive o visive, per un’accessibilità più ampia e per promuovere la partecipazione di tutti alla cultura e all’intrattenimento. Queste soluzioni dimostrano un impegno ad offrire opportunità di partecipazione e fruizione ad un pubblico sempre più ampio e, creando un ambiente più inclusivo, promuovono una maggiore consapevolezza delle sfide che le persone sorde affrontano quotidianamente. Bisogna considerare, però, che l’inclusione non è solo una questione di accessibilità fisica o tecnologica ma anche di cambiamento culturale e consapevolezza», commenta Chiara Bucello, fondatrice insieme a Ludovica Billi di The Deaf Soul, un portale per la comunicazione e l’informazione delle persone con disabilità uditive che affronta tutti temi legati alla disabilità uditiva con un linguaggio che sa coinvolgere tutti e tutte oltre le barriere della disabilità e della diversità. «Le tecnologie – aggiunge – possono essere soluzioni funzionali ma l’inclusione reale richiede un approccio più ampio. Ci sono altre azioni che possono essere intraprese per rendere gli spettacoli ancora più inclusivi come la formazione del personale per garantire un’accoglienza sensibile alle esigenze di persone con diverse abilità, la creazione di contenuti accessibili (sottotitoli in tempo reale o descrizioni audio) e l’adozione di pratiche che includano rappresentazioni artistiche che riflettano la diversità. L’obiettivo finale dovrebbe essere quello di creare spazi culturali e artistici in cui tutte le persone, indipendentemente dalle loro abilità, possano partecipare in modo autentico e godere appieno delle esperienze offerte».

Non solo teatro e concerti. Anche la fruizione sul grande schermo diventa, a piccoli passi, sempre più accessibile per le persone sorde. Fabrizio Savarese, appassionato di cinema e sordo dalla nascita, a Brescia – sua città di adozione – è riuscito a far aprire al Cinema OZ una sala cinematografica per sordi dove proiettare i film di ultima uscita con sottotitoli in italiano. Una battaglia durata anni: «Ne avevo parlato con il presidente dell’ENS (Ente Nazionale dei Sordi, ndr) e poi con  diversi cinema ma niente da fare: non esisteva una cooperativa che facesse i sottotitoli per i film recenti. Poi ho scoperto che c’era già una sala con il servizio di sottotitolazione ma proiettava solo film abbastanza vecchi. Non mi sono arreso e ho trovato una soluzione». Per un obiettivo raggiunto ce ne sono altri per cui continuare a combattere.

https://www.thespacecinema.it/iniziative/hear-my-voice

«Mi piacerebbe – racconta – coinvolgere più persone possibili, le istituzioni, le università e scuole, soprattutto quelle della infanzia perché sin da piccoli normoudenti e sordi possano stare insieme anche nel divertimento. Il cinema può essere un passo veramente importante da questo punto di vista. Per i sottotitoli in italiano la tecnologia esiste già, sia per cinema che per la tv, ma non viene sfruttata adeguatamente. Sebbene la legge imponga l’accessibilità per l’audiovisivo mancano, però, gli investimenti». Un’iniziativa, quella della sottotitolazione, sposata anche dagli UCI Cinemas e The Space Cinema, che propongono una ricca selezione di film in lingua sottotitolati in italiano per agevolare la visione di tutti gli spettatori, inclusi quelli sordi.

Valentina Ersilia Matrascìa

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