Il 19 giugno scorso al Foyer européen della rue Heine, in Lussemburgo città, si è tenuta la tavola rotonda sul tema “La difesa europea oggi e domani”. L’evento era organizzato congiuntamente dal Mouvement Européen Luxembourg, dalla Rappresentanza della Commissione europea a Lussemburgo, dalla Europa Union di Lussemburgo, dell’Unione europea dei Federalisti di Lussemburgo, dalle Jeunesses Européennes fédéralistes Luxembourg
Autorevoli i partecipanti: l’ex-ministro della difesa lussemburghese ed attuale eurodeputato Charles Goerens, il col. Jean Marsia, presidente fondatore della Società di Difesa AISBL, già direttore dell’insegnamento alla Reale Scuola Militare belga, il dott. Alessandro Politi, direttore della Fondazione del Collegio di Difesa della NATO, già responsabile politico della missione NATO KFOR nei Balcani che, con la impeccabile regia del Presidente dell’Unione europea dei Federalisti Alain Calmes, hanno affrontato la questione della difesa europea, uno dei temi che restano al di fuori del funzionamento istituzionale dell’UE richiedendo secondo il dettato dei trattati delle decisioni da assumere all’unanimità, con il metodo della conferenza intergovernativa. Quadro legale che ne ha fatto, insieme alla politica estera, una delle grandi politiche incompiute nel processo federale europeo.
Il difficile e controverso tema della difesa europea è stato affrontato in maniera chiara e brillante dai tre oratori, estendendosi la loro analisi all’oggi, al domani e alle prospettive future. In particolare Charles Goerens, pur ricordando il difficile quadro istituzionale, ha sottolineato i progressi comunitari comunque compiuti negli ultimi anni e lo sforzo rappresentato dal fondo stanziato di 1,2 Miliardi euro quale contributo al miglioramento complessivo del quadro militare europeo.
Il col. Jean Marsia sottolineando i limiti dello scoordinamento che il quadro nazionale degli armamenti comporta con la presenza in Europa di un numero totale di sistema d’arma pari a sei volte quello degli Stati Uniti (178 contro 30), si è detto invece particolarmente convinto che progressi reali nel campo non della programmazione ma della effettiva e concreta realizzazione di un esercito europeo, vanno immaginati attraverso uno strumento diverso dai trattati. Solo una costituzione come quella contenuta nell’atto mancato (il famoso “crimine del 30 agosto 1954” ndr) della creazione nel 1954 della Comunità europea di Difesa può configurare l’idoneo strumento al di fuori dei trattati per giungere a delle realizzazioni concrete. Sull’esempio di quanto realizzato con gli accordi di Schengen, immaginati in origine da un numero più ristretto di Stati membri.
Il dott. Alessandro Politi ricordando i ritardi registrati dall’UE in campo militare – citando espressamente in tal senso il caso della Germania nell’utilizzo dei 100 miliardi recentemente stanziati per il potenziamento della Bundeswehr – ha considerato come prima esigenza fondamentale di una difesa europea una visione veramente comune e una definizione chiara degli obbiettivi. In particolare l’esigenza di una chiara individuazione da parte della UE di una zona di responsabilità strategica, dal Golfo di Guinea all’Equatore ai Balcani sino all’Oceano Indiano che consenta all’Unione un ruolo di partecipazione attiva dell’Europa nel quadro militare rappresentato dalla NATO. Ne è seguito un interessante dibattito con l’intervento dei presenti ed un ampio spazio di domande rivolte ai tre oratori. Se non era ipotizzabile che un tema tanto complesso, ancora irrisolto e anche controverso come la difesa a livello europeo si potesse esaurire nel tempo di una tavola rotonda, si deve riconoscere alle associazioni organizzatrici il merito di avere aperto con successo uno spazio di dibattito e di valutazioni. Successo della manifestazione cui hanno certamente contribuito tanto la competenza e l’esperienza dei tre oratori ospiti quanto il vivo interesse manifestato attraverso le domande dal pubblico presente.
(C.d.A)