In occasione del suo 70° anniversario, la Corte di giustizia dell’Unione europea ha deciso di attribuire ufficialmente nuove denominazioni alle parti più recenti del suo complesso edilizio che fino ad oggi erano ancora designate da lettere. Le torri A, B, C e l’annesso C sono ora denominati Comenius, Montesquieu, Rocca e Themis
Dalla sua installazione nel quartiere di Kirchberg (Lussemburgo), agli inizi degli Anni ’70, la Corte ha conosciuto diverse estensioni. Tali ampliamenti traggono origine dalle adesioni successive di nuovi Stati membri all’Unione europea e dalla creazione, nel 1989, di un secondo organo giurisdizionale, il Tribunale, costituito da due giudici per Stato membro.
La prima inaugurazione di un edificio destinato alla Corte è stata quella del Palazzo d’origine, nel 1973. Da allora, gli edifici sono stati più volte ampliati con l’aggiunta delle prime tre estensioni negli Anni ’80 e ’90, in seguito dell’Anello, della Galleria e delle torri A e B nel 2008. Una quinta estensione, la torre C, ha completato il complesso architettonico nel 2019, consentendo così all’insieme del personale dell’istituzione di lavorare in un unico sito. Nel 1990, l’annesso A del Palazzo è stato denominato Erasmus, presentato come il primo Europeo, che ha contribuito a federare le culture intorno agli ideali dell’Umanesimo. Nel 1992, l’annesso B ha preso il nome di Thomas More, al fine di onorare la memoria di questo grande umanista europeo nonché la sua integrità e la forza delle sue
convinzioni contro ogni attentato alle libertà.
La Corte prosegue oggi nel suo intento di denominare i suoi edifici facendo riferimento ai valori che essa difende, sia nella sua giurisprudenza sia, più ampiamente, come istituzione europea. Secondo il presidente della Corte di
giustizia dell’Unione europea, Koen Lenaerts, «i nomi scelti mirano a onorare la storia dell’Europa o della giustizia. Abbiamo anche voluto scegliere personalità che sono state tra i primi difensori dei valori tutelati dalla giurisprudenza della Corte di giustizia e del Tribunale, come la democrazia e lo Stato di diritto, il rispetto della diversità, incluso il multilinguismo, la parità di accesso alla conoscenza e, più ampiamente, le pari opportunità e la giustizia sociale».
La torre A prende il nome di Comenius. Filosofo e pedagogo, Jan Amos Komenský, detto «Comenius» (1592-1670), è stato il primo difensore dell’educazione universale. Convinto del fatto che l’ascesa sociale dovrebbe essere frutto dell’educazione anziché della nascita, si batte per le pari opportunità e l’istruzione per tutti, a prescindere dalla ricchezza, dalla religione o dal sesso. Presentato come padre dell’educazione moderna, Comenius rivoluziona anche
i metodi di insegnamento delle lingue e, in particolare, del latino, lingua della conoscenza, per favorirne l’apprendimento da parte del più gran numero di persone. Tradotti in una quindicina di lingue, i suoi manuali saranno, per più di un secolo, i libri di testo più utilizzati in Europa, contribuendo alla diffusione del multilinguismo come chiave del sapere.
Onorando il nome di Comenius, che ha percorso l’Europa per promuovere un insegnamento delle lingue più aperto ed egualitario, la Corte di giustizia dell’Unione europea sottolinea i valori del multilinguismo e rende omaggio a
coloro che ogni giorno contribuiscono alla difesa della ricchezza linguistica europea.
Il nome Montesquieu è attribuito alla torre B. Charles-Louis de Secondat de La Brède, barone di Montesquieu (1689-1755), è stato avvocato, giudice e scrittore. La sua fama è associata alla sua opera «De l’esprit des lois» (Lo spirito delle leggi), pubblicata nel 1748 dopo diversi anni di viaggio in Europa, durante i quali studia i sistemi politici, l’economia, il clima, la storia e i costumi dei paesi in cui soggiorna. Considerato, a tale titolo, uno dei primi comparatisti del diritto, ma anche un precursore della sociologia moderna, Montesquieu promuove una nuova ripartizione dei poteri dello Stato, basata al contempo sulla loro separazione e sulla loro interdipendenza al fine di garantirne l’equilibrio. In tal modo, pone le basi del principio della separazione dei poteri, ritenuto ancora oggi il fondamento di ogni democrazia.
Attraverso la scelta di Montesquieu, il cui pensiero ha contribuito a forgiare il principio d’indipendenza della giustizia, la Corte di giustizia dell’Unione europea ricorda i valori, comuni agli Stati membri, che definiscono l’identità
stessa dell’Unione in quanto ordinamento giuridico autonomo.
La torre C si chiama ora Rocca. Giustina Rocca è considerata la prima avvocata della storia. Il suo nome è passato alla storia grazie a un lodo arbitrale reso l’8 aprile 1500 nell’ambito di una controversia che era stata incaricata di
risolvere. Alla corte del governatore veneziano di Trani, Giustina Rocca pronuncia il lodo arbitrale in lingua volgare – anziché in latino secondo gli usi dell’epoca – per renderlo comprensibile al pubblico venuto per assistere alla pronuncia. Convoca poi la parte soccombente affinché questa le versi gli onorari d’uso, sottolineando così, in un’epoca in cui le donne non avevano accesso né all’istruzione né all’esercizio delle professioni giuridiche, la sua
volontà di essere trattata al pari degli uomini che disponevano di tali prerogative.
Denominando Rocca la sua torre più alta, la Corte di giustizia dell’Unione europea ricorda il suo attaccamento all’accessibilità al diritto e alla giustizia da parte di tutti e ribadisce, facendo eco alla propria giurisprudenza, il suo
impegno a favore delle pari opportunità.
Infine, l’annesso C riceve il nome di Themis. Figlia di Urano e di Gea, che rappresentano rispettivamente il cielo e la terra, nella mitologia greca Themis (Temi) è considerata la dea della Giustizia. Sposa e consigliera di Zeus, siede alla sua destra e contribuisce al mantenimento dell’ordine costituito. Allegoria della Giustizia immanente, Themis è generalmente rappresentata con i suoi attributi, la bilancia e il gladio, talvolta anche con una benda sugli occhi come segno di imparzialità. La bilancia, che simboleggia l’ordine sociale, l’equilibrio e l’armonia, fa da contrappunto al gladio, che rappresenta la sentenza e l’autorità giudiziaria e che, grazie al doppio taglio della lama capace di sanzionare ciascuna delle parti, conferisce forza esecutiva alle sue decisioni. Themis è così divenuta l’immagine universale della Giustizia. La scelta del nome di Themis riecheggia la decisione dei primi Membri della Corte che, attingendo alle loro tradizioni culturali comuni, nel 1952 scelsero di raffigurare la bilancia e il gladio di Themis sul logo dell’Autorità giudiziaria della Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA).
Nelle diverse parti del complesso edilizio sono state installate delle targhe commemorative per condividere con il pubblico gli elementi che hanno portato alla scelta di tali denominazioni. Esse sono state inaugurate lo scorso 19 dicembre, in presenza del personale dell’istituzione, in occasione di una cerimonia aperta da un discorso del presidente della Corte, Koen Lenaerts.
Direzione della Comunicazione – Unità Stampa e informazione (COMUNICATO STAMPA n. 207/22 Lussemburgo, 19 dicembre 2022)