Questo il pilastro fondamentale dell’omelia di Papa Francesco durante la Messa di Natale
La gente in fila per assistere alla Santa Messa del Natale è lì da ore e la coda, interminabile, parte da piazza San Pietro e si dipana perfino lungo le vie adiacenti. L’attesa silenziosa e composta, ma anche gioiosa, ricorda molto l’atmosfera di Betlemme e quando iniziano a calare le luci della sera e la Basilica si illumina, insieme all’albero e al presepe, tutti capiscono di aver davvero intercettato quella stella che secoli fa guidò i pastori e che ancora oggi indica il cammino verso Gesù che nasce.
“Sappiamo tante cose sul Natale ma ne scordiamo il significato”, ha detto Francesco ed ha esortato a ritrovarlo guardando alla mangiatoia, simbolo del Natale e della venuta di Gesù sulla Terra, simbolo di vicinanza, povertà, concretezza. “Penso ai bambini divorati dalle guerre, da povertà e ingiustizia” – e invita tutti a guardare la vita, la politica e la storia con gli occhi dei bambini.
Appare stanco Papa Francesco che si fa aiutare nella celebrazione – diffusa in mondovisione – dal cardinale decano Giovanni Battista Re, mentre lui presiede non sull’altare ma seduto ai piedi della statua di San Pietro suo predecessore, eppure quando parla di bambini, quando sta con i bambini, insieme ai quali ha deposto Gesù nel presepe, ritrova una forza inaspettata e un sorriso rassicurante.
A portare l’omaggio floreale alla statua di Gesù Bambino, sono proprio 12 piccoli dall’Italia, India, Filippine, Messico, San Salvador, Corea e Congo, gli stessi che al termine della celebrazione, insieme a Papa Francesco, in sedia a rotelle, hanno portato il Bambinello al presepe della Basilica, mentre la Schola della Cappella Sistina intona “Tu scendi dalle stelle”.
“Non lasciamo passare questo Natale senza fare qualcosa di buono – implora Francesco a tutti noi e – continua – mentre ti vediamo così povero nella mangiatoia insegnaci che la ricchezza non sta nelle cose ma nelle persone, soprattutto nei poveri”.
Gilda Luzzi