Continua il nostro racconto sulle periferie italiane attraverso le esperienze e le best practice delle associazioni territoriali. Dopo Campania e Lazio si va in Puglia, dove, dal 2018, opera l’associazione Ambulatorio Popolare di Barletta
L’Ambulatorio popolare di Barletta è «un’organizzazione di volontariato autofinanziata che prende a modello le migliori esperienze delle antiche Società di Mutuo soccorso dell’800, adattatandosi al contesto sociale, economico ed umano del comune pugliese, co-capoluogo insieme ad Andria e Trani della provincia di Barletta-Andria-Trani in Puglia.
Le prime attività mosse dall’associazione sono state svolte per garantire gratuitamente, alle persone in difficoltà a prescindere dalla loro nazionalità, le cure mediche e sanitarie a cui non potevano accedere a causa della propria indigenza o della mancanza di un valido permesso di soggiorno.
Sono tanti i medici e gli infermieri che hanno aderito al progetto dell’ambulatorio, ancora altre si sono aggiunti, sempre condividendo lo spirito della gratuità e del mettere al servizio degli altri il proprio sapere. “Perché siamo sempre stati convinti che la conoscenza e la formazione di una coscienza critica siano fondamentali per l’emancipazione e per migliorare le condizioni di vita singole e collettive, così come siamo sempre stati convinti che la cultura sia lo strumento migliore per favorire l’integrazione sociale delle persone“. Queste le parole del presidente Cosimo D. Matteucci, nel libro “Nessuno resti indietro”, realizzato in collaborazione con Mariella Di Benedetto, Giuseppe Calabrese e Giuseppe Daluiso, questi ultimi titolari della casa editrice Duepuntozero.
“Nessuno resti indietro” è innanzitutto lo slogan e la missione dell’Ambulatorio Popolare, questo spazio di protezione mutualistica per le persone più deboli della comunità. Oltre ad essere il nome scelto per questa pubblicazione omonima, realizzata grazie alla collaborazione di eccellenti autori barlettani e nomi del panorama artistico nazionale. Il ricavato del libro è stato destinato al potenziamento delle attività dell’Ambulatorio che oltre all’assistenza medico-sanitaria ha sviluppato l’attività di doposcuola e di supporto scolastico ai bambini delle famiglie più indigenti della città.
L’Ambulatorio svolge anche attività di inserimento al lavoro e si occupa anche di raccogliere prodotti invenduti dei panifici, pastifici, fruttivendoli, bar, pasticcerie, pescherie e supermercati cittadini per la successiva distribuzione gratuita che avviene sia in sede sia nei campi di accoglienza dei migranti pugliesi. Inoltre, ha adottato Piazza Plebiscito (dove si trova la sua sede) riuscendo nella difficile opera di riqualificarla e restituirla alla città dopo anni di degrado.
Un altro progetto molto ambizioso è l’Università popolare per adulti senza limiti di età, con corsi di italiano per stranieri e italiani, lingue straniere per gli italiani (inglese, francese, tedesco e arabo), lingua dei segni, educazione civica e ambientale, storia, diritto, matematica, scacchi, naturopatia, pronto soccorso, informazione e prevenzione medico-sanitarie. Ad affiancare il percorso formativo ci sono laboratori artistici e teatrali, corsi di recitazione, pittura, musica, attività di inserimento al lavoro e corsi di formazione nell’ambito dell’artigianato locale, alla ricerca di vecchi e nuovi mestieri.
Nel periodo di pandemia e di emergenza sanitaria il presidio ha dovuto sospendere tutte le attività aggregative che non consentivano il rispetto dei protocolli sanitari. Ma lo spirito degli organizzatori ha permesso la realizzazione di una rete di raccolta e distribuzione di indumenti e generi alimentari. “Fondamentale è stata la costituzione di un centralino con operatori disponibili praticamente tutto il giorno. Questa organizzazione ha consentito all’Ambulatorio di stare in prima linea fin dall’inizio dell’emergenza con la distribuzione di migliaia di buste alimentari per altrettanti nuclei familiari, tra donne, bambini, anziani e persone sole. Importante è stato, dall’inizio della guerra, anche il sostegno alla popolazione ucraina”, ci racconta Cosimo D. Matteucci.
Questa esperienza dal sapore del primo secolo contemporaneo contribuisce in maniera massiccia ai bisogni delle persone in forma mutualistica. Sono centinaia le esperienze di questo genere in Italia. La loro azione quotidiana è in continua crescita e ha letteralmente sostituito in alcuni casi le istituzioni.
Un motto di qualche tempo fa diceva: «Think Global, act local». Queste associazioni agiscono proprio in questa direzione, si mobilitano in quartieri, città del nostro Belpaese per sostenere le persone nelle difficoltà quotidiane che ogni giorno si accentuano sempre di più, soprattutto in questo delicato periodo storico che stiamo vivendo.
Ma queste associazioni oltre ad essere un punto di riferimento per le persone sono anche un segno di speranza per il futuro: “Se per ricostruzione della politica tu intendi ricominciare a dar vita dal basso alle forme del divenire sociale, sperimentando in aperti confronti la partecipazione, allora sì: questa è la strada!” scriveva il filosofo Aldo Masullo. E questa associazione, nella pratica, rispecchia questo ideale.
Paolo De Martino