Quest’anno, per la festa nazionale italiana che celebra la nostra Repubblica (traguardo conquistato nel 1946 con un referendum al quale parteciparono per la prima volta le donne – ben 13 milioni), ai connazionali nel Granducato non è mancato proprio nulla. L’Ambasciata italiana per l’occasione ha invitato il presidente della regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini, tornato con il suo staff per la seconda volta in Lussemburgo

Il presidente Bonaccini ha affermato che la sua è la regione italiana che esporta di più in Europa e nel mondo, in particolare nel manifatturiero, nel campo dei motori, della robotica e nel settore biomedicale. Inoltre, ha ricordato, che l’Emilia Romagna è riuscita ad ottenere la sede del datacenter delle previsioni meteo – che si facevano vicino Londra -, ora a Bologna e che, grazie alla collaborazione con l’Uni.lu, arriverà un super computer di calcolo, il più potente d’Europa. “Vogliamo guardare al futuro, immaginare come con tecnologie innovative e  digitali possiamo garantire ai nostri figli l’opportunità di nuovi lavori che oggi ancora non esistono e che arriveranno da questi campi. Ed è per noi motivo di grande soddisfazione costruire questi nuovi rapporti e consolidarli con il Granducato di Lussemburgo”.

A differenza di chi propone di alzare i muri, noi vogliamo abbatterli perché una regione che esporta nel mondo come farebbe senza relazioni con il mondo? Come farebbe a sviluppare un’industria turistica tra le prime del mondo se ci si chiudesse in casa?” ha sottolineato ancora il presidente.

La festa del 2 giugno è, quindi, tornata alla vivacità e agli splendori pre-pandemia: gustose specialità enogastronomiche emiliano-romagnole (proposte nel quadro del programma Authentic Italian table che promuove l’autenticità tricolore in tavola), l’inno nazionale italiano e lussemburghese (nonché la celebre Volare di Modugno) cantati dal coro della scuola internazionale Over the Rainbow, le eccellenze motoristiche del Made in Italy Ferrari e Maserati in bella mostra. Co-organizzatori: la Camera di Commercio Italo-Lussemburghese e La Fondazione Cavour.

Presenti, come di rito, numerose personalità politiche e diplomatiche locali e internazionali. Ma il vero regalo che il nostro ambasciatore Diego Brasioli ci ha fatto (sempre in collaborazione con la Fondazione Cavour, presieduta da Bruno Agostini) è stato lo spettacolo ITALIA MUNDIAL, di e con Federico Buffa, giornalista e telecronista sportivo, celebre volto TV, che ci ha raccontato in un avvincente e spassosissimo “one man show” retroscena, aneddoti, curiosità, amarcord del Mondiale 1982. Uno spettacolo dove Buffa, accompagnato al pianoforte dal maestro Alessandro Nidi, fa vivere o rivivere le emozioni che quei meravigliosi ragazzi guidati da Bearzot ci regalarono, fra gioia, incredulità e commozione, quell’11 luglio di 4 decenni fa.

Noi italiani ci dividiamo oggi in due categorie (per ovvie ragioni anagrafiche): chi ha visto quella strepitosa finale al Bernabeu di Madrid e chi no. Ma di certo tutti noi non conosciamo molto di ciò che ha portato a quella vittoria: dalle strategie dell’allenatore, alla stampa diffidente, dalle complicità dei compagni di stanza alle coincidenze fatali. Parole, dichiarazioni, confidenze, rivelazioni che il giornalista ha trasformato in una pièce capace di catturare lo spettatore in una dinamica da vera tifoseria. E, come per incanto, in quei 60 minuti di immagini, parlato, musica e recitazione, il pubblico non è più su una poltrona di teatro, ma comodo in tribuna a pochi metri dal campo. Le immagini di repertorio carezzano le sinapsi, chi ricorda quella sera ricorda dove fosse, con chi. Il tempo ora è fermo a quel tempo, il ricordo è commozione.

L’Italia è Repubblica, politica, made in Italy, sport, connazionali che vivono all’estero, nostalgia di casa, vittoria. Anche la vittoria di una finale, che fu proprio per molti emigranti simbolo di riscatto e fierezza. Anche questa è storia. W l’Italia.

Picci e MGG

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