Da un’esperienza personale un breve elenco (in fieri) di cosa sta facendo lo Stato lussemburghese e di cosa possiamo fare anche noi per l’accoglienza dei profughi di guerra
Ieri sera (9 marzo, ndr) sul tram in partenza dalle gare centrale di Luxembourg-Ville sono stata avvicinata da una donna dai tipici tratti slavi che era in compagnia di altre due donne e tre bimbi dagli occhi curiosi e fiduciosi dell’infanzia. Mi ha indicato sul cellulare un indirizzo, rue Carlo Hemmer, che senza connessione internet non riusciva a raggiungere ed io le ho mostrato il percorso sul mio, rassicurandola che non eravamo lontani. Ho esitato per un po’ prima di fare domande. Considerando la nostra abitudine a vivere in una società multiculturale ho inizialmente pensato semplicemente che fossero in visita da parenti o amici. Ma non avevano bagagli con loro, solo piccoli zainetti sulle spalle e qualche busta di un supermercato con la scritta “Polska”. Erano tutti ben vestiti e tranquilli, un po’ smarriti forse, ma come del resto siamo tutti all’arrivo in una città in cui non siamo mai stati e di cui non conosciamo la lingua. Pensando di rendermi utile ho chiesto timidamente: “Ucraina?” e la signora che mi aveva chiesto le indicazioni ha risposto subito: “Da, da”.
La conferma che fossero persone di nazionalità ucraina è stata proprio quell’indirizzo dove si trova il centro di prima accoglienza predisposto dal governo lussemburghese per chi fugge da questa guerra assurda.
Mi sono venute subito in mente queste parole “Tutte le cose dunque che voi volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro” e così ho deciso di proseguire la mia corsa sul tram, accompagnandoli io stessa a destinazione.
Siamo passati davanti Auchan e la signora che mi seguiva, alla testa del gruppetto, ha esclamato, illuminandosi nel vedere qualcosa di familiare “Ah, Auchan shan tozhe yest’ v kiyeve, magazin Bershka, H&M…” (Auchan c’è anche a Kiev, Berska, H&M…nda). Già, c’erano anche a Kiev…..e in quel momento ho avuto la conferma di come tutto può cambiare da un momento all’altro.
Con molta tristezza e senso di impotenza, li ho lasciati al loro destino sulla soglia della Structure d’hébergement d’urgence di Kirchberg (SHUK), il centro di prima accoglienza è accessibile 24 ore su 24, 7 giorni su 7 con una guardia giurata che parla un po’ di russo. “Spasibo”, mi hanno detto congedandosi davanti a quello che più che un luogo per accogliere sembra quello per “sorvegliare e punire”. Mi auguro che restino là dentro il meno possibile, non solo perché qui sono tante le famiglie pronte ad accogliere ma anche perché vorrà dire che l’umanità e la solidarietà vincono sull’odio e la sete di potere.
Il Ministero degli Affari Esteri ed europei del Lussemburgo ha di recente comunicato che sono in corso di definizione le procedure per l’accoglienza e l’assistenza ai richiedenti asilo provenienti dall’Ucraina, compresi quelli già arrivati nel Granducato. Le persone interessate dovranno dichiarare la propria presenza sul territorio contattando la Direzione dell’Immigrazione via mail: migration.desk@mae.etat.lu dopodiché riceveranno un modulo da compilare per aiutare le autorità a ricontattarle al fine di presentare la loro richiesta di protezione temporanea o per regolare diversamente il loro soggiorno nel Granducato.
Lo status di protezione temporanea, che sta per essere concordato a livello europeo, verrà garantito sia ai cittadini ucraini arrivati in Lussemburgo nei giorni scorsi sia a quelli che arriveranno in futuro. Nel frattempo, i cittadini ucraini non devono seguire alcuna procedura specifica per mettersi in regola con il permesso di soggiorno, inclusi coloro che hanno un permesso di soggiorno in scadenza o il cui soggiorno di breve durata (di solito di 90 giorni) sta per scadere.
Il Centro (SHUK) fornisce alloggio durante i primi due giorni, oltre a cibo e generi di prima necessità, per le persone che desiderano richiedere protezione temporanea in Lussemburgo, ma anche per coloro che desiderano trasferirsi in un altro Paese europeo. Per motivi sanitari non ospita animali domestici.
Il Ministero conferma che sono in atto le misure sanitarie relative al COVID-19.
Inoltre, ogni residente che desideri ospitare al proprio domicilio cittadini ucraini può contattare la Hotline gestita da Caritas e Croce Rossa, con il supporto del Ministero della Famiglia, dell’Integrazione e della Grande Regione al numero (+352) 621 796 780 o via e-mail: Ucraina@zesummeliewen.lu.
Le domande consolari di persone che cercano di lasciare l’Ucraina o in transito dall’Ucraina possono essere indirizzate all’Assistenza consolare del Ministero degli Affari Esteri ed europei: assistance.consulaire@mae.etat.lu o (+352) 2478 2386
Alla luce delle numerose iniziative private che organizzano il trasporto di cittadini ucraini dai confini dell’Ucraina, il Ministero, inoltre, chiede a tutte le persone che intendano effettuare tali viaggi di inviare urgentemente tutti i dettagli a: transport.ukraine@mae.etat.lu.
Il Ministero raccomanda vivamente che chiunque desideri fornire aiuto deve informarsi prima dell’organizzazione di tali viaggi, considerando che l’accoglienza e l’assistenza medica dei cittadini ucraini dovranno essere svolte nelle migliori condizioni possibili, dato che queste persone sono spesso traumatizzate da ciò che hanno vissuto. Inoltre, considerando il numero crescente di minori non accompagnati al confine ucraino, che spesso non hanno documenti ufficiali e che salgono a bordo di mezzi di trasporto privati è importante che le persone che facilitano tale trasporto si assicurino che non vi sia alcun rischio di traffico di esseri umani.
Vuoi dare una mano anche tu?
Puoi partecipare alle marce della pace, firmare petizioni contro la guerra, raccogliere materiali e beni di prima necessità, mettere a disposizione una stanza della tua casa o donare una piccola somma. Sono diverse le associazioni in Lussemburgo che si stanno mobilitando per l’Ucraina.
Eccone una selezione:
How Can I help? – Stop War – LUkraine ASBL (ukrainians.lu)
Caritas Luxembourg aide en Ukraine et a besoin de vous | Caritas Luxembourg
Asile | Passerell | Luxembourg
Solidarité Ukraine /// Kulturfabrik
Asti Caritas e la Croce Rossa hanno predisposto un modulo online https://forms.office.com/r/UtZ8ufxh7m per poter meglio organizzare i volontari in funzione alle proprie competenze e alla disponibilità. L’aiuto che si può fornire va da quello di tipo amministrativo e linguistico (traduzioni, insegnamento del francese, etc.), alla ricerca dell’alloggio, ma anche socioculturale (organizzazione di attività ludico-sportive).
Emanuela Schiavoni
(aggiornato al 15.03)