Trionfo Drusilla, Cremonini superstar, Mahmood & Blanco si riprendono la vetta
La terza serata della 72esima edizione del Festival di Sanremo ci permette già di fare qualche bilancio intermedio. Amadeus è “il bravo presentatore” di arboriana memoria: svolge il suo compitino con la massima diligenza mentre per le scelte autoriali si applica ma merita di essere rimandato. Perché- ci chiediamo – far recitare il monologo a Drusilla Foer ben oltre l’una di notte e, invece, l'”elegia” del cinema da parte della Muti a inizio serata? Rimandato per lo striminzito tributo decretato a Franco Battiato a notte fonda (avendo perfino errato la data della morte del maestro) e per il mancato tributo a Raffaella Carrà, finora ancora non pervenuto. Rimandato anche per una ricerca quasi ossessiva di testi particolarmente liberi da sovrastrutture che, a volte, però ottengono l’effetto inverso: la naturalezza e la libertà di pensiero, Ama, non si costruisce a tavolino! Un po’ troppo “istituzionale” e filo-aziendale (davvero eccessivi i momenti “promo” ad intervallare le canzoni). Perfino Saviano – toccante il suo ricordo di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino – in fondo era lì ieri sera per la promozione del suo nuovo programma in partenza su Raitre. Un po’ troppo poco istintivo ed emozionale, Amadeus, anche quando è parso commuoversi. Tuttavia i numeri degli ascolti gli danno ragione, l’azienda Rai lo sostiene, perfino il presidente Mattarella ieri ha telefonato al bravo presentatore…il rischio di un Ama-quater è, ahimè, molto alto.
Con il Televideo e il voto della Demoscopia Mahmood & Blanco hanno riconquistato il primo posto, seguiti da Elisa e un sorprendente e sempre amato dal pubblico Gianni Morandi. Saliti molto in classifica anche Irama quarto, Sangiovanni quinto, Emma sesta. In discesa rispetto alla classifica della sala stampa La Rappresentante di Lista, Dargen D’Amico e Fabrizio Moro.
Grande performance musicale da parte Cesare Cremonini, per la prima volta sul palco dell’Ariston, che ha infiammato il pubblico trasformando il teatro in una discoteca sulle note della sua 50 Special.
La vera grande vincitrice della terza serata, al primo posto assoluto, è stata Drusilla Foer, eleganza, intelligenza, professionalità, stile, glamour, simpatia. “Diversità è una parola che non mi convince. Quando la verbalizzo, sento sempre che tradisco qualcosa che sento o che penso. Trovo che le parole siano come le amanti, quando non funzionano più vanno cambiate subito – ha detto Drusilla nel suo monologo finale. Ho cercato un termine che potesse sostituire una parola così incompleta e ne ho trovato uno molto convincente ed è: unicità. Mi piace come parola perché tutti pensiamo di essere unici e di trovare unicità nell’altro. Per comprendere la propria unicità è necessario capire di cosa è composta la nostra unicità. Dobbiamo capire di cosa siamo fatti noi. Le cose belle: le ambizioni, i valori, le convinzioni, i talenti. Il talento va allenato, va seguito. Delle proprie convinzioni bisogna avere cura”.
“Facciamo un atto rivoluzionario – ha continuato – il più rivoluzionario che si possa fare oggi: l’ascolto. L’ascolto di se stessi, l’ascolto degli altri, l’ascolto delle unicità. Ascoltiamo, doniamoci agli altri, confrontiamoci gentilmente, accogliamo il dubbio anche solo per essere certi che le nostre convinzioni non siano solo delle convinzioni. Facciamo scorrere i pensieri in libertà, senza pregiudizio, senza vergogna”.
Sipario!
Gilda Luzzi