COVID-19
Una strategia di test ambiziosa e al servizio della salute pubblica
Fino a quando non saranno disponibili farmaci efficaci contro la malattia COVID-19 e non sarà sviluppato un vaccino contro il virus SARS-CoV-2, che è all’origine di tale malattia, il mezzo più efficace per lottare contro l’epidemia comporta l’individuazione e l’isolamento delle persone contagiate. L’individuazione può essere eseguita attraverso i test di biologia molecolare.
Dopo l’introduzione di un superamento progressivo dal confinamento, acquista sempre maggiore rilevanza la questione di accertare chi sia portatore del virus e chi sia stato contagiato dal virus dato che il problema è seguire da vicino l’evoluzione della pandemia all’interno della nostra popolazione.
Secondo l’Organizzazione mondiale della salute (OMS) la capacità di testare la popolazione contribuisce a individuare, isolare e curare il massimo dei casi e ricostruire i contatti diretti critici dei contagiati. Si tratta di una misura essenziale di lotta contro il virus. Da parte sua il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) continua a sostenere una «capacità estesa di effettuare test ai fini di una corretta vigilanza epidemiologica, della diagnosi precoce, dell’isolamento dei casi positivi, del tracciamento dei contatti, della valutazione dell’immunità collettiva e della ripresa delle attività.
In linea con dette raccomandazioni il Lussemburgo ha perseguito fin dall’inizio dell’epidemia una politica di test ambiziosa, che gli ha permesso di figurare tra i paesi che registrano un tasso di test più elevato, il che spiega la percentuale relativamente elevata di persone contagiate e la mortalità relativamente ridotta rispetto ad altri paesi.
In linea con le raccomandazioni dell’OMS e dell’ECDC, gli elementi centrali della strategia lussemburghese di assistenza ai pazienti si articolano nelle fasi seguenti:
- l’individuazione e l’isolamento rapido e completo di ogni paziente contagiato;
- l’individuazione e la messa in quarantena delle persone di contatto ;
- l’individuazione dei focolai di infezione nella popolazione e il depistaggio a fondo dei focolai.
Attualmente esistono diversi test ed essi costituiscono un elemento importante della strategia del Lussemburgo per far fronte alla malattia COVID-19 e al contenimento dell’epidemia. Sono utilizzati anche nel quadro di alcuni progetti di ricerca.
Test di diagnostica (qRT-PCR) (real-time polymerase chain reaction)
Il test consente di dare risposta alla domanda : «Sono contagiato?» oppure «Sono contagioso?».
Il test prevede il prelievo con un tampone dal naso (naso-faringe) o dalla bocca (cavo orale-faringe) al fine di rilevare la presenza di materiale genetico del virus sulla base del prelievo. È richiesta una ricetta medica. Il risultato è conosciuto il giorno stesso o in quello seguente, al più tardi nel giro di 24 ore.
Fino al 22 maggio in Lussemburgo sono stati effettuati 64.981 test PCR, mentre 3.980 test sono risultati positivi. Tra le persone positive al test il 19% erano non residenti. L’età media dei portatori del virus era di 46 anni. Il tasso uomini/donne è quasi in parità con 51,3% / 48,7%.
Questo tipo di test viene utilizzato in diversi modi in Lussemburgo.
In modo reattivo, alla presenza di sintomi
All’inizio dell’epidemia, in una situazione di limiti in termini di risorse dei laboratori, il Lussemburgo in via prioritaria ha cercato la presenza del virus SARS-CoV-2 attraverso test di diagnostica qRT-PCR, in primo luogo unicamente tra le persone con un legame epidemiologico con la zona a rischio e poi all’interno della popolazione in generale quando le persone presentavano sintomi di infezione grave, oppure di semplici sintomi suggestivi in caso di persone con sintomi e rischio elevato di complicazioni (persone vulnerabili).
In una seconda fase, dalla fine di marzo in poi, la prescrizione dei test è stata ampliata in modo generalizzato a ogni persona che presentasse sintomi suggestivi di contagio da COVID-19. Questa strategia ha consento al Lussemburgo di collocarsi tra I paesi che effettuano il numero maggiore di test (92.000 test/milione di abitanti) e di predisporre le misure necessarie per tenere sotto controllo l’epidemia.
In modo attivo a vantaggio di determinate categorie di persone particolarmente a rischio
Come reazione a una situazione sanitaria ritenuta critica nelle residenze di accoglienza degli anziani è stato deciso di offrire sistematicamente, a partire da metà aprile, i testi a tutti i residenti e ai membri del personale. I test sono in via di realizzazione e hanno consentito di stabilizzare la situazione in questo settore sensibile.
Risultati registrati fono ad oggi:
Residenti testati: 4.298 (su un totale di 5.780); test positivi: 44 (= 4,0%)
Personale testato: 5.526 (su un totale di 12.003); test positivi: 29 (= 3,3%)
Inoltre, fin dall’inizio dell’epidemia e sotto la responsabilità degli enti ospedalieri, un accesso assai ampio ai test è stato offerto agli operatori professionali della sanità in stretto contatto con pazienti COVID-19+ nel contesto del loro lavoro.
Il Lussemburgo offre altresì un test qRT-PCR a chiunque nel quinto giorno della sua quarantena dopo un contatto ad alto rischio con una persona contagiata. Un test negativo consente di limitare la quarantena a 7 giorni, invece dei 14 giorni (corrispondenti alla durata massima d’incubazione), e di riprendere le proprie attività indossando una mascherina.
In modo preventivo, per monitorare il deconfinamento
Nel contesto della strategia di deconfinamento del governo, attualmente i test diagnostici sono effettuati per scaglioni rappresentativi («cluster prevalence studies») di persone che rientrano in determinati settori di attività, prima della ripresa di detti settori. I campioni sono definiti d’intesa con l’Inspection générale de la sécurité sociale (Ispettorato generale delle sicurezza sociale).
Questo monitoraggio con test su vasta scala per campioni viene effettuato su base volontaria. Esso consente non solo di depistare le persone positive sintomatiche e asintomatiche e di isolarle quanto prima, soprattutto al fine di evitare che trasmettano il virus, ma anche per valutare la percentuale delle persona asintomatiche nel settore di attività esaminato. Sulla base di queste informazioni i campioni consentono di valutare I rischi legati alla ripresa dell’attività in questione.
In ogni focolaio sarà effettuata una campionatura ogni due settimane circa dopo la ripresa del lavoro al fine di identificare le variazioni ed eventualmente intervenire in caso di forte incremento dei test con esito positivo. In realtà, per monitorare l’evoluzione del contagio nella nostra popolazione, risulterà indispensabile ripetere gli studi di prevalenza a intervalli regolari.
In questa fase i testi di prevalenza sono stati effettuati nei settori seguenti:
Edilizia (apertura del settore: 20.04) contingente: 63.000 (per campione)
Persone testate:
prima serie di test (dal 17.04): 185 (su un campione rappresentativo di 250); test positivi: 4 (= 2,2%)
seconda serie di test (dal 04.05 – in corso): 123 (su 250); test positivi: 1 (= 0,8%)
Istruzione «Classi terminali» (rientro 04.05 – test dal 28.04) (sull’intero contingente)
Allievi testati: 2.402 (su un totale di 6.046); test positivi: 3 (= 1,0%)
Insegnanti testati: 1.317 (su un totale di 2.527); test positivi: 2 (= 0,6%)
Istruzione secondaria (rientro 11.05 – test dal 07.05) (per campione)
Allievi testati: 152 (su un campione di 300); test positivi: 1 (= 0,7%)
Istruzione primaria (rientro 25.05 – test dal 18.05) (per campione)
Allievi testati: 45 (su un campione di 300); test positivi: 1 (=2,2%)
Insegnanti testati: 15 (su un campione di 100); test positivi: 0 (=0,0%)
Assistenza alla persona (apertura 11.05 – test dal 07.05) (per campione)
Persone testate: 128 (su un campione di 250); test positivi: 1 (=0,8%)
Commercio (apertura 11.05 – test dal 07.05) (per campione)
Persone testate: 121 (su campione di 300); test positivi: 0 (0,0%)
I test di diagnostica PCR sono utilizzati anche nel quadro di due progetti attuati congiuntamente dal Luxembourg Institute of Health (LIH), precisamente il progetto CON-VINCE (vedi punto 2) e il test di diagnostica su vasta scala (vedi punto 3).
Il progetti di studio CON-VINCE (test PCR + test sierologico)
Il progetto di ricerca CON-VINCE, uno studio di prevalenza su un contingente di 1.818 Persone, combina assieme il test di diagnostica PCR al test sierologico. Il progetto è stato autorizzato dal ministero della Sanità il 10 aprile 2020.
I test sierologici hanno lo scopo di rispondere alla domanda: «Sono stato in contatto con il virus?» oppure «Sono stato in passato contagiato dal virus?». I test non hanno utilità diretta nella diagnosi del contagio acuto, a differenza dei test PCR, ma indicano unicamente una esposizione passata al virus. I test sierologici avvengono ora tramite un prelievo di sangue. L’esito è noto dopo poche ore e per ora il test non è rimborsato dalla CNS.
I test sierologici fanno riferimento all’individuazione di diversi anticorpi (IgM, IgA et IgG) prodotti nell’organismo nel corso di un’infezione. I IgG potrebbero confermare l’apparizione di un’immunità acquisita al termine dell’infezione. In questo momento è prematuro affermare con certezza che la presenza di anticorpi equivalga a un’immunità contro l’infezione o perfino a formulare ipotesi sull’eventuale durata di dette protezione. Di conseguenza, per ora, un risultato positivo a un test sierologico non garantisce alcuna immunità.
Alla luce del primo bilancio intermedio dello studio CON-VINCE, la prevalenza dell’IgG si colloca nell’ordine dell’1,9% nella popolazione residente adulta. I testi PCR hanno dimostrato che lo 0,3% dei partecipanti era positivo al COVID, pur essendo asintomatici o con pochi sintomi. Sulla base di questi primi risultati si può tracciare la stima secondo cui 1.449 abitanti in Lussemburgo sono portatori del virus senza accusare sintomi. Lo studio sarà ripetuto convocado le stesse persone, per 8 settimane, a intervalli di 14 giorni, fino alla fine di luglio.
Attualmente siamo assai lontani dall’immunità di gruppo («herd immunity») del 70% necessaria per impedire al virus di diffondersi nella popolazione. Di conseguenza appare indicato, in questa fase, procedere a test sierologici su vasta scala.
Si prevede di proseguire anche dopo la conclusione dello studio CON-VINCE di procedere a campionature rappresentative della popolazione a scadenze regolari al fine di monitorare l’esposizione e, se del caso, l’immunità della popolazione.
Test di diagnostica su vasta scala
Come integrazione dei test di diagnostica PCR già realizzati oggi, il Lussemburgo ha approntato una capacità di test su vasta scala nel quadro della strategia nazionale di test, attraverso un progetto proposto e gestito dall Luxembourg Institute of Health (LIH). ll progetto sarà operativo a partire dal 26 maggio puntando, a termine, a una capacità massima di 20.000 test al giorno. Il Lussemburgo si attiene in materia alle raccomandazioni della Commissione europea, secondo cui «Un criterio cardine della tabella di marcia comune europea verso la revoca delle misure di contenimento della Covid-19 consiste nel rendere possibili test diagnostici su vasta scala, atti a individuare i casi di contagio e a monitorare la diffusione del virus, combinati con misure di tracciamento dei contatti e di isolamento volte a rallentarne la trasmissione».
I test su vasta scala rivestono una dimensione di salute pubblica nella misura in cui puntano a potenziare la capacità di depistaggio al fine di identificare il numero massimo di casi positivi al Covid-19, compresi i casi asintomatici, nonché a isolarli prima che possano contagiare altre persone. Il progetto di monitoraggio stretto dell’evoluzione della pandemia consentirà quindi un depistaggio migliore dei casi contagiati oltre l’attuale programma di diagnostica che si concentra sulle persone che presentano sintomi.
Inoltre, alla luce delle priorità di salute pubblica, il dispositivo consentirà al Lussemburgo di monitorare in modo costante e con conoscenza di causa la revoca progressiva delle restrizioni del confinamento e del suo controllo. In tal modo sarà possibile gestire meglio il rilancio dei diversi settori di attività e un ritorno alla normalità, assicurando nel contempo un sistema di preallarme che consentirà di individuare in modo precoce la riapparizione delle catene di contagio.
Il test è volontario e sarà effettuato su invito con l’unico scopo di gestire meglio i flussi e stabilire priorità i gruppi di persone potenzialmente più esposte. Maggiore sarà il numero dei test effettuati, maggiore sarà la possibilità di prevenire i nuovi contagi e riprendere una vita quotidiana più sicura.
Da mercoledì 27 maggio e fino al 28 luglio, per procedere fino a 20.000 test al giorno, nell’intero territorio lussemburghese saranno disponibili fino a 17 postazioni di test “Drive-through” e due postazioni di test “Walk- & Bike- through”. I residenti e i lavoratori frontalieri saranno suddivisi in gruppi rappresentativi che riceveranno per posta un invito a farsi depistare, ove lo vogliano.
Nelle prossime settimane è importante che un numero massimo di persone accolgano l’invito, dato che la maggioranza dei contagiati ignora di essere portatore del virus. Dato che non presentano sintomi, oppure i sintomi sono lievi, trasmettono il virus senza saperlo. Il test PCR permette di accertare se una persona è contagiosa. Pur essendo una valutazione istantanea, esso permette di individuare i casi positivi. Una vasta partecipazione al test aumenta pertanto la protezione delle famiglie dei contagiati, del loro ambito personale e infine, e soprattutto, dei gruppi a rischio, contribuendo quindi in misura significativa a tenere sotto controllo la propagazione del virus.
Chi è sottoposto al test e in quale momento?
Per i test su vasta scala la popolazione è suddivisa in 3 categorie in funzione del rischio di esposizione al virus:
La categoria 1: è mirata in modo specifico ai gruppi che in ambito professionale sono i più esposti al virus e che sono in contatto con molte altre persone, il che può aumentare sensibilmente il rischio di trasmissione. Si tratta di gruppi professionali come ad esempio gli infermieri e medici, parrucchieri ed estetiste, ma anche poliziotti, personale degli asili nido, personale del settore HORESCA dopo la riapertura, eccetera. Il gruppo è stato invitato a sottoporsi al test ogni due settimane.
La categoria 2: riguarda i gruppi che hanno già ripreso il lavoro o per i quali nelle prossime settimane saranno revocate le restrizioni iniziali. All’interno di detti grandi gruppi nelle prossime settimane saranno sottoposti a test sottogruppi rappresentativi. I risultati di detti sottogruppi possono essere considerati come un segnale di allerta precoce dei rispettivi settori, dato che consentono di depistare rapidamente ogni nuova recrudescenza della propagazione del virus.
I gruppi per i quali sarà revocato il confinamento possono essere sottoposti completamente al test una volta (e successivamente essere testati regolarmente tramite campioni minori), oppure suddivisi in sottogruppi scelti a caso, i quali saranno sottoposti al test nel corso dell’intero periodo.
La categoria 3: quando le restrizioni iniziali saranno interamente revocate, il rilevamento rapido di una ripresa del contagio nella popolazione è cruciale al fine di ridurre il rischio di una seconda ondata pandemica. Di conseguenza campioni rappresentativi dell’intera popolazione lussemburghese, compresi i lavoratori frontalieri, saranno sottoposti a test ogni settimana. Tale intervento faciliterà il rilevamento precoce dei focolai di infezione in zone o settori di attività specifiche, spezzerà le catene di contagio e concorrerà pertanto a contenere la propagazione del virus.
Per tenere il conto la dinamica dell’eventuale apparizione di contagi all’interno della popolazione lussemburghese, si prevede una determinata flessibilità al fine di dare una risposta rapida ai nuovi sviluppi (gruppi di contagiati regionali o settoriali). Ciò significa che le capacità di effettuare test possono essere mobilitate su base settimanale in funzione delle circostanze.
Dove sono effettuati i test?
In complesso le 17 postazioni di test “drive-through” sono ripartite nell’intero paese. Le postazioni si trovano a Neudorf, Niederanven, Ersange, Frisange, Dippach, Steinfort Windhof, Steinfort P&R, Machtum, Junglinster, Schieren, Schinkert, Luxembourg-Bouillon, Kirchberg, Howald, Bascharage, Belval et Esch-Alzette. Le postazioni «Walk & Bike through» sono previste a Belval, a Kirchberg e alla Rotonde nei pressi della stazione di Luxembourg-ville.
Il numero di postazioni aperte in un determinato momento dipenderà dal carico dei test previsti in quel momento e sarà aggiornato continuamente attraverso un sistema di prenotazione online. In tutto nelle postazioni lavoreranno circa 400 persone nei prossimi due mesi e mezzo. Si tratta di infermieri e altre professioni sanitarie, di personale addetto alla sicurezza e alla pulizia, amministratori, addetti alla logistica e coordinatori.
Come si svolgono i test?
Ai cittadini e ai lavoratori frontalieri sarà rivolto per posta l’invito con il quale potranno fissare un appuntamento online per un test in una delle postazioni. Nella data scelta l’interessato si reca nella postazione di test, dove esibisce l’invito, un documento di identità e la tessera della sicurezza sociale. Sarà poi effettuato un prelievo dalla gola da inviare al laboratorio per l’analisi. La persona testata abbandona il luogo del test e l’esito gli viene comunicato tramite SMS nel giro di due giorni. Se l’esito del test è positivo, l’interessato è contattato personalmente dalla autorità sanitarie e gli viene chiesto di trascorrere due settimane in isolamento a domicilio. Se il risultato del test è negativo, l’interessato deve continuare ad attenersi alle misure sanitarie abituali e può riprendere il lavoro.
Il progetto è stato sviluppato dalla Task Force COVID-19 di Research Luxembourg ed è gestito dal Luxembourg Institute of Health. I test sono effettuati fino al 28 luglio da suo associato contrattuale, Laboratoire Réunis, che beneficia del sostegno logistico di Ecolog.
Per la ministra della Sanità Paulette Lenert «La strategia di test del Lussemburgo si distingue per il suo approccio multidimensionale. Essa è al contempo reattiva, proattiva, preventiva e adattata alle diverse situazioni. Predisponendo questa ampia capacità di test aumenteremo tutti assieme le possibilità di spezzare le catene di contagi e contenere la pandemia».
Secondo il ministro dell’Istruzione superiore e della Ricerca Claude Meisch «I test su vasta scala saranno uno strumenti essenziale che consentirà al Lussemburgo di ritrovare una vita sociale ed economica il più possibile normale, tenendo sotto controllo i rischi di una seconda ondata di pandemia».
Conferenza stampa 22.05.2020
(Red/traduzione Antonio Della Giacoma)