C’è aria di Festivalbar, l’aria goliardica delle notte estive. Siamo a Sanremo, sul palco dell’Ariston, non sulla spiaggia. Non ci sono i falò ma la splendida scenografia di Gaetano Castelli. Eppure quell’emozione che a volte, nei grandi appuntamenti, attanaglia il pensiero e rende tutto complicato o confuso si dissolve e fa decollare “a tutta” la settantesima edizione del Festival della Canzone Italiana.
Fiorello, entra in scena con l’abito talare, benedice e invita tutti a scambiarsi un segno della pace. “Perché c’è bisogno di pace nel mondo. Questo 2020 non è iniziato bene: gli incendi in Australia, quasi una guerra mondiale, il coronavirus. Ma il pericolo numero uno ce l’abbiamo qua e si chiama rischio 15% auditel . E allora ci voleva qualcosa di molto forte, l’abito originale di don Matteo – uno dei pochi Matteo che funzionano in Italia – solo questo fa il 35% con me dentro al 40 ci arriviamo…”
E poi invita sul palco il presentatore, quello “vero”, che è anche direttore artistico, Amadeus e non disdegna di “ricamare” ancora sulle sue gaffe e sulla presunta sbadataggine: “Si sarà ricordato che c’è la prima puntata? In questi giorni ha fatto di tutto per mettersi contro le donne, gli uomini, la politica, la destra, la sinistra, il centro non c’è ma si è messo insieme per avercela con Amadeus. E poi una moria di ospiti Salmo, la Bellucci…e allora qualcuno doveva dargli una mano: diciamo che sono il suo Rocco Casalino”.
E così sulla musica dell’Alleluia intonata con il nome di Amadeus da tutto l’Ariston, si è alzato il sipario su questa edizione del dopo Baglioni, quando cambiare poteva essere un rischio esagerato e invece grazie all’intercessione di “padre Fiorello” si è rivelato un grande miracolo. Amadeus spigliato, fin troppo rilassato. Le donne di serata Diletta Leotta e Rula Jebreal a proprio agio nel ruolo di co-presentatrici, senza inceppi linguistici o titubanze emozionali.
Il #Festival70 “Ama” i giovani, e così la passerella iniziale è regalata alle nuove proposte. Tecla, 16 anni, si aggiudica la sfida contro Eugenio in via di gioia strappando un 50,6% con la sua 8 Marzo, mentre Leo Gassman ha battuto Fadi con il 54%.
Il #Festival70 “Ama” i grandi cantanti del passato con Tiziano Ferro, ospite speciale per tutte le serate, che interpreta Volare e fa cantare tutto il teatro e poi si commuove sulle note di Almeno tu nell’universo.
Il #Festival70 “Ama” le donne: non solo perché tra i primi 12 campioni che si sono esibiti, grande risalto, con standing ovation, per Rita Pavone e Irene Grandi (vedi classifica in calce) ma anche per il monologo di Diletta Leotta sulla bellezza. E ancora per l’esibizione che corona il sogno artistico di Gessica Notaro, sfregiata con l’acido dal suo ex compagno, che è sempre pronta a guardare avanti e anche e, soprattutto per l’intervento di Rula Jebreal contro il femminicidio. La giornalista palestinese, insegnante di diritti umani all’università di Miami, ha raccontato l’amore malato delle donne che subiscono violenza attraverso la sua storia di bambina senza favole e di sua madre Nadia, vittima di violenza che non ce l’ha fatta più a sopportare e si è suicidata bruciandosi, mentre il suo aguzzino guardava la scena senza fare nulla per salvarla.
L’appello finale Rula lo rivolge agli uomini, gli stessi uomini che sono capaci di scrivere canzoni come La Cura, La donna cannone, Sally: “Lasciateci essere quello che siamo o quello che vogliamo essere, madri di 10 figli o madre di nessuno, casalinghe o donne in carriera. Nessuno può toglierci il diritto di addormentarci con una favola”.
Gilda Luzzi
Prima classifica giuria demoscopica
1) Le Vibrazioni
2) Elodie
3) Diodato
4) Irene Grandi
5) Marco Masini
6) Alberto Urso
7) Raphael Gualazzi
8) Anastasio
9) Achille Lauro
10) Rita Pavone
11) Riki
12) Bugo e Morgan