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L’autore di Pulp Fiction di nuovo sul grande schermo con un film che (parole sue) “è un lettera d’amore all’industria del cinema”. L’attesa è stata lunga, ma ne valeva come sempre la pena! Once Upon a Time in… Hollywood, il nono film di Quentin Tarantino, finalmente arriva in sala per consolarci alla “rentrée”. Dopo due western consecutivi, Django Unchained – 2012- e l’ultimo The Hateful Eight – 2015- Tarantino cambia un po’ registro e ci porta in un’ America molto più moderna, fine Anni ’60, nel cuore dell’industria del cinema hollywoodiano. Questi sono anni estremamente importanti per il regista, poiché sono stati quelli in cui egli è cresciuto e ha scoperto la sua passione per il cinema e il teatro.

Il film racconta la storia di un attore già affermato (magistralmente interpretato da Leonardo Di Caprio) che fatica a mantenere il grande successo e del suo amico/collega di lungo corso e stuntman (Prad Pitt, di pari bravura), reo di aver ucciso la moglie. La pellicola è un omaggio a Sergio Leone, fra i registi più amati dal grande Quentin, che, fedele al suo stile, non risparmia il geniale sarcasmo di un citazionismo storico (il caso Sharon Tate), che lui immagina avrebbe voluto, potendo, evitare in maniera rocambolesca. La stessa fedeltà che si ritrova in alcune scene cruente.

C’è chi ha già gridato al capolavoro, ma i giudizi lasciano il tempo che trovano.Tarantino piace tanto o non piace per niente. Ogni suo film è una storia a sé e le sue pellicole non si dovrebbero paragonare fra loro. Come questo, per il quale non servono troppe parole né troppe recensioni… Comprate un biglietto e…buio in sala! Tarantino vuole così!

 

Fabio Bottani (regista)

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