Fino a settembre l’artista toscano Paolo Bianca interpreta Koukol, il servo gobbo e storpio del Conte Krolok (il personaggio immaginario originariamente creato da Gérard Brach e Roman Polanski nel film Per favore, non mordermi sul collo! e successivamente protagonista del musical Tanz der Vampire, scritto da Michael Kunze) a Colonia. Intervista.
Da ingegneria a musica, da Pisa a Colonia. È questo un percorso di “ingegneria musicale”?
Da Pisa si può dire che sia stato un lungo viaggio. Il tutto è iniziato studiando recitazione e canto ma, essendo un tipo a cui piace essere abbastanza sicuro nella cose, ho voluto avere un piano B e non fermarmi solamente allo studio di canto e recitazione. Così mi sono laureato all’Università di Pisa in Ingegneria Aerospaziale, perché sono sempre rimasto affascinato dalle leggi che fanno funzionare la terra e il mondo.
E quando ha prevalso la passione musicale? C’era già in testa l’idea di entrare a far part del mondo del musical?
Ho iniziato a 18 anni con i primi concorsi canori. Il fatto di vincerne uno regionale mi ha portato a voler studiare meglio il canto per arricchire le mia esperienze. Non avevo in mente, allora, di entrare a far parte del mondo del musical, ma ero concentrato più a cantare con la mia band (che tutt’ora ho) i 4e3otto, per fare Swing (Michael Bublè, Frank Sinatra, Paul Anka).
In un secondo momento mi sono avvicinato alla recitazione e mi sono reso conto che mi piace tanto recitare e cantare. Il musical l’ambiente in cui posso vivere, contemporaneamente, queste mie due passioni. Così ho fatto diversi provini ed ho avuto la fortuna di lavorare, in Italia, nei musical Notre Dame de Paris, nel ruolo di Frollo e nella Divina Commedia di Marco Frisina. In quest’ultima ho interpretato i ruoli di Caronte e del Conte Ugolino. Sempre ruoli da cattivi.
Perché fai il cattivo?
Nella vita reale sono buonissimo. In scena faccio il cattivo, perché è di solito il cattivo quello che ha la voce baritonale. Anche il fatto di essere molto alto sembra prestarsi bene a questo ruolo.
Siete un team internazionale. Cosa succede dietro le quinte?
C’è un lavoro pazzesco. La cosa bella è, sono fortunato, che il gruppo è eccezionale. Proveniamo da paesi a culture diverse, ma c’è un affiatamento pazzesco. E quando c’è un affiatamento del genere, sul palco funziona anche meglio. Purtroppo, per me, si parla sempre in inglese, si parla sempre in inglese, e non ho modo di migliorare la mia lingua.
E la tua esperienza televisiva?
Anche lì ho iniziato presto. A 19 anni Mara Venier mi ha notato e mi ha preso nel suo programma. Io ero uno dei ragazzi del Chorus che recitava e ballava a Domenica In. Una bella esperienza anche quella, perché le 6 ore di diretta ti obbligano ad essere reattivo e a muovermi velocemente. Poi ho avuto la fortuna di replicare con Domenica In con Pippo Baudo. È stata una persona eccezionale. Lui è una di quelle persone che se si rendono conto che tu sei interessato, diventano per te un libro aperto.
Il campo televisivo è un po’ una carneficina, non è un segreto. Ci sono persone che per avere 3 secondi di celebrità davanti alla telecamera farebbero di tutto. Quando ho avuto la mia prima esperienza con Mara Venier, ero molto giovane e non sapevo e mi sono dovuto fare le ossa. Quando poi ho avuto l’esperienza con Pippo Baudo, ero più grandicello, ho saputo organizzarmi meglio.
Televisione e teatro per me sono due mondi diversi e quello che dà il teatro, per me, la televisione non lo dà. Il teatro da una soddisfazione pazzesca. Tu sei sul palco se sai fare qualcosa, anche perché hai ogni sera un pubblico diverso da convincere. E per me, rimangono sempre quelle farfalle nello stomaco, anche se ormai sto sul palco da diversi anni.
Per info e biglietti sullo spettacolo www.stage-entertainment.de
Elisa Cutullè