Ieri sera (12/01/2017, ndr) ha avuto luogo il secondo appuntamento di Stefano Bollani nel tempio della musica lussemburghese.
Se il jazz è improvvisazione, Bollani di certo ha dimostrato di esserne il maestro assoluto. Dopo aver presentato un brano del suo album “Arrivano gli alieni”, il concerto è proseguito con un repertorio scelto dal pubblico. Si, perché anche questo è grande Stefano Bollani: non sapere mai quello che ti aspetta da lui. Ed è questa la formula giusta e vincente. Infatti il musicista chiede direttamente al pubblico di indicargli i brani da suonare. Emerge una scaletta variegata e atipica, che abbraccia diversi generi musicali da Boehemian Rhapsody dei Queen a That’s amore per intenderci.
Il Maestro fonde tutti i generi: pop, rock e soul rendendoli jazz. I classici del jazz si fondono con i ritmi brasiliani e il musicista, in questo modo, riesce a soddisfare tutti. Suona saltellando dal piano a coda, canta i brani con una simpatia unica e non banale, scherza e diverte il pubblico. Suona con una naturalezza come se fosse nel salone di casa sua con i suoi amici.
Degno di nota è il tributo a Battiato, simpaticissimo e riuscito, di un Grande ad un altro Grande. Non un’imitazione. Bollani cantando con la voce di Battiato “Hai mai letto Kundera” ha fatto centro due volte: sia perchè ha scelto bene il personaggio, sia perchè non lo ha banalizzato.
E siccome non c’è due senza tre, il prossimo appuntamento con Bollani è sempre alla Philharmonie il 16 giugno. Chissà cosa ci riserverà per quell’occasione!
Amelia Conte