Giovedi 7 maggio scorso al Circle Cité di Lussemburgo si é tenuta la conferenza sull’importanza dell`istruzione delle donne nella società nei Paesi extraeuropei.
Ogni donna, ogni bambina, ha diritto all`educazione scolastica, ovunque viva.L`istruzione è la miglior difesa contro la povertà. La scolarizzazione permette, inoltre, una migliore integrazione sociale.La Declaration du Millenaire del settembre 2000 ha tra gli obiettivi il riconoscimento dell’accesso allo studio e l’eliminazione delle discriminazioni in ambito scolastico.
Alla conferenza è intervenuta Anik Raskin del Conseil National des Femmes di Lussemburgo, ed ha ripercorso l`evoluzione dei costumi sociali e del riconoscimento di certi diritti alle donne nel Lussemburgo e nella vicina Francia.
All`inizio del secolo, c`erano scuole solo per ragazzi e scuole per ragazze.
Alcune discipline e di conseguenza anche certe professioni, erano ritenute più adatte agli uomini e sconsigliate alle donne. Di conseguenza anche certi libri le educavano sin dalla tenera età in un certo modo, assegnandole un certo ruolo nella società.
Animatou Sar, direttrice dell`ufficio regionale di Amnesty International a Dakar – che si occupa del programma dell`educazione ai diritti umani – e Sandra Vischer, direttrice della sezione Unicef di Lussemburgo hanno presentato i loro interventi valorizzando la sinergia con cui lavorano queste due importanti organismi internazionali.
Il primo ostacolo da superare per poter consentire la scolarizzazione di donne e bambine, spesso predestinate al lavoro domestico ed agricolo, è l`autorizzazione del “pater familias“ per frequentare la scuola.
Gli operatori di questi organismi internazionali devono innanzitutto sensibilizzare e far cambiare mentalità ai capi del villaggio che a loro volta influenzeranno gli altri uomini. Il cambiamento sull`insieme della popolazione potrà avvenire solo se alcuni membri della comunità locale si attivano come portatori dei nuovi valori.
Infatti, le bambine che sono riuscite a frequentare la scuola primaria hanno sul loro percorso notevoli ostacoli per proseguire il corso di studio.
Il primo d’ordine economico e il secondo legato alla violenza che spesso si abbatte sulle donne. Andando a studiare da sole nelle grandi città, infatti, ci sono stati molti casi di gravidanze indesiderate, frutto della violenza.
Gli organismi internazionali sopra menzionati, hanno formato nuovi insegnanti tra le persone con un livello di scolarizzazione medio e sono così sorte scuole superiori nei villaggi più
piccoli. Ciò ha consentito a molte ragazze di proseguire gli studi senza allontanarsi da casa.
Sono state presentate le esperienze fatte da due ONG che hanno operato in Congo e nel Sud America. Gli operatori che sono stati vicini alla popolazione in questo percorso hanno potuto testimoniare il cambiamento avvenuto in un tessuto sociale sfavorito. Per molte famiglie, che avevano iscritto a scuola le bambine su richiesta delle madri, sono stati istituiti corsi di alfabetizzazione per donne. Saper leggere e contare permette loro di gestire meglio il commercio dei loro prodotti agricoli e tessili al mercato. Una madre istruita, in grado di saper leggere l’etichetta di certi prodotti o un opuscolo d’informazione su certi problemi igienici o di salute, contribuisce a far diminuire il tasso di mortalità infantile.
L’istruzione è la migliore arma contro la povertà, il degrado sociale e l`integrazione ed emancipazione della donna in qualsiasi angolo del mondo e in alcuni continenti extraeuropei c`è ancora molta strada da fare.
Felicia Cavallaro