Una guida per capire il mondo opaco delle banche, l’evolversi della crisi del sistema e il legame tra finanza privata e debito pubblico. E’ questo il proposito di “Bancocratie”, l’ultimo libro di Eric Toussaint, capo della Commissione per l’abolizione del debito nel terzo mondo (CADTM) e professore all’Università di Liegi, che martedì sera ha tenuto la conferenza “Sortir de la bancocratie” al Casino syndical di Bonnevoie (l’incontro è stato organizzato da Attac Luxembourg, in collaborazione con Déi Lénk e Syriza).
Attraverso una spiegazione semplice e priva di termini tecnici, Toussaint è partito dallo scoppio della crisi subprime nel 2007-2008 cercando di approfondire le cause del terremoto finanziario a cui abbiamo assistito. Cause che, secondo l’esperto, sono da ricercare nel potere eccessivo delle banche e nella deregulation del sistema capitalista. Il sovrapporsi degli interessi globali, dalla finanza all’industria al commercio, ha creato una rete interdipendente di capitalizzazione in cui il ruolo delle banche tende ad essere sempre più sospetto. Per anni i grandi istituti sono riusciti ad eludere il fisco, sostenere regimi autoritari, arricchirsi attraverso denaro pervenuto tramite traffici illeciti. Il tutto senza un vero sistema di controllo.
Di fronte a questo scenario fosco Toussaint propone nel suo libro di individuare un metodo alternativo capace di ridare il potere alle persone (che soffrono del debito pubblico e pagano di fatto per gli sbagli dei loro rappresentanti) sottraendolo alle banche.
Tale metodo potrebbe consistere nella socializzazione di capitali e risorse finora detenuti solo dalle banche e nella ricostruzione delle istituzioni e autorità di controllo europee. L’Europa dovrebbe essere una risorsa, ma la sua totale focalizzazione sugli interessi della grandi banche non la rende (ancora) una struttura dalla parte del cittadino e dei suoi diritti.
Gaia Torzini