Cosa si nasconde dietro il Trattato Transatlantico sul commercio e gli investimenti (TTIP) tra l’Europa e gli Usa? Se ne è parlato il 12 luglio scorso, presso il Casino di Bonnevoie, dove l’organizzazione lussemburghese STOP TAFTA, ne ha illustrato gli effetti sul mercato, l’ambiente e la vita dei cittadini. Resoconto.
Fu Barack Obama, nel febbraio 2013, ad annunciare per la prima volta il progetto per la costruzione di una grande area di libero scambio, che punterebbe all’eliminazione delle barriere che ancora ne regolano i flussi commerciali.
Sebbene la Commissione Europea che sta portando avanti le negoziazioni in assoluta segretezza enfatizzi i vantaggi economici di cui l’Europa beneficerebbe – che si realizzerebbero pienamente solo nel lontano 2027 mentre la crescita nel breve medio periodo sarebbe del tutto modesta – l’esame di quei pochi documenti sfuggiti al regime di “riservatezza assoluta” desta non poche preoccupazioni nell’opinione pubblica.
Oggetto principale del trattato è l’armonizzazione delle leggi e dei regolamenti che delimitano il commercio fra UE e USA. L’eliminazione di quei costi e quei ritardi non necessari e dannosi alle imprese corrisponde però all’eliminazione di diritti ritenuti irrinunciabili da parte di qualsiasi società civile.
Il TTIP punta ad una completa deregolamentazione del settore agroalimentare, dell’ambiente, dei servizi pubblici (come ad esempio la sanità, settore ancora aggredibile dalle compagnie assicurative d’oltreoceano ed europee) dell’energia, del diritto d’autore ed infine del lavoro.
Gli standard UE, che si fondano sul principio di precauzione, sono molto più severi e restrittivi rispetto a quelli adottati dagli USA, con la ratifica del TTIP si verificherà un inevitabile livellamento verso i livelli di deregolamentazione americani.
Ciò aprirebbe i nostri mercati alle importazione di OGM, delle carni bovine trattate con gli ormoni della crescita o delle carni bianche sterilizzate con il cloro, senza considerare l’impatto della concorrenza del business agroalimentare USA sulle nostre imprese agricole.
Il mercato del lavoro invece si trasformerebbe in breve tempo in un mercato ultra-liberista volto a promuovere fra i lavoratori una spietata concorrenza al ribasso su diritti e retribuzioni.
Il TTIP prevede inoltre una clausola che garantisce alle multinazionali il diritto di ricorrere a un tribunale commerciale privato per contestare direttamente quelle politiche ed azioni dei governi che potrebbero ridurre il valore degli investimenti.
L’accordo, quindi, attribuisce potere eccessivo sia alle multinazionali, sia alle organizzazioni lobbiste che con le loro imposizioni influenzano in maniera determinante le Istituzioni europee.
É, quindi, fondamentale informare i cittadini europei tenuti fino ad ora all’oscuro di quanto sta avvenendo. Resta solo un interrogativo: è questa l’Europa dei popoli che ci era stata promessa?
Barbara Brambillasca
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