Les Midis de l’Europe di mercoledì 4 giugno (incontri dedicati ai temi europei, che si svolgono in pausa pranzo, ndr) è stato animato da Christine Mayer, responsabile economica della Rappresentanza della Commissione Europea in Lussemburgo che ha esposto le ragioni e i meccanismi alla base del semestre europeo, il suo funzionamento e il suo legame con la strategia Europa 2020. Il dibattito si è tenuto alla Maison de l’Europe, organizzato congiuntamente dall’Ufficio di informazione del Parlamento Europeo, dal Movimento Europeo e dalla Rappresentanza della Commissione Europea in Lussemburgo. Resoconto.
Il semestre europeo si iscrive nel progetto Europa 2020 (crescita intelligente, sostenibile e inclusiva riguardo a cinque punti: occupazione, istruzione, ricerca e innovazione, integrazione sociale e riduzione della povertà, clima ed energia) e consiste in un ciclo annuale di coordinazione delle politiche economiche e di bilancio dei 28 Stati membri con i seguenti obiettivi: la prevenzione degli squilibri macroeconomici, l’uscita dalla crisi e l’armonizzazione delle politiche economiche nazionali. Il primo ciclo del semestre europeo è stato messo in atto nel 2011 e comprende, da allora, i primi sei mesi di ogni anno.
Tra novembre e dicembre, la Commissione prepara il semestre europeo attraverso la pubblicazione della relazione sul meccanismo di allerta e dell’analisi annuale della crescita che contiene le priorità stabilite dalla Commissione Europea per l’anno successivo in materia di crescita economica, competitività, disoccupazione e riforma della pubblica amministrazione.
Tra gennaio e febbraio, l’analisi annuale della crescita è discussa dal Parlamento Europeo e dal Consiglio dell’Unione Europea. A marzo, il Consiglio europeo, formato da capi di stato e di governo, formula delle linee guida per le politiche economiche nazionali mentre la Commissione pubblica un bilancio approfondito riguardo agli squilibri macroeconomici. Nel mese di aprile, gli Stati membri presentano i programmi di stabilità e di convergenza e i programmi nazionali di riforma che saranno poi valutati dalla Commissione, dal Consiglio dell’Unione Europea e dal Consiglio europeo. La Commissione propone delle raccomandazioni che verranno in seguito approvate dal Consiglio UE e avallate dal Consiglio europeo. A luglio, il Consiglio UE adotta formalmente le raccomandazioni per paese e ciascuno dei 28 Stati membri è spinto ad attuarle.
Come asserito da Georges Bingen, capo della Rappresentanza , tale esercizio era implicito fin dalla creazione della moneta unica. Nei primi dieci anni dell’euro, le regole per far parte e restare nella zona euro non sono state rispettate rigorosamente e ció ha avuto come conseguenza una reazione dell’Unione Europea finalizzata a ristabilire l’ordine e a favorire la convergenza delle politiche economiche nazionali. La denominazione “semestre europeo” deriva dal fatto che nei primi sei mesi dell’anno le istituzioni europee si occupano di analizzare la situazione macroeconomica dell’Unione mentre nel secondo semestre gli Stati membri si impegnano a tener conto delle raccomandazioni nell’elaborazione delle politiche nazionali.
Elisa Pizzi