Un pianoforte, una poltrona ed uno schermo, pochi elementi presenti sul palcoscenico, ma sufficienti a raccontare la passione romantica dell’eroina di Giuseppe Verdi: Violetta nell’intramontabile “Traviata”.
Lo spettacolo si è tenuto venerdì 23 maggio presso il Centro Culturale dell’Abbaye de Neumunster e a rendere prezioso l’omaggio al grande compositore sono stati due protagonisti di eccellenza: lo scrittore Corrado Augias ed il pianista Giuseppe Fausto Modugno. Non a caso, la voce dello scrittore ed il talento del pianista hanno pedissequamente ripreso e riprodotto le emozioni contrastanti che l’opera lirica in questione ha voluto trasmettere e riferire.
Dalle sei famose note che si ripetono per tutta l’opera, alle convenzioni sociali ottocentesche, lo spettacolo ha saputo armonizzare storia, passione, musica e confronti.
In primis, Augias ha rimarcato come Verdi avesse voluto riproporre la famosa opera di Dumas “La Dama delle Camelie” e sottolinearne differenze ed analogie.
In particolare, oltre ai nomi (Alfonsina nel romanzo e Violetta nell’opera lirica), ciò che emerge è che mentre nel romanzo dello scrittore francese rilevante risultano le differenze sociali e l’importanza che la borghesia dell’epoca conferisce a queste ultime, nell’opera verdiana è la passione a primeggiare e l’amore di Violetta, una prostituta, per il nobile Alfredo, appartenente ad una delle famiglie borghesi più in vista di Parigi.
Ed una serie di immagini si susseguono sullo schermo, aventi ad oggetto i momenti salienti dell’opera: dal brindisi (“Libiam”) in stile volgare e frivolo, all’innamoramento di Violetta, vissuto come momento triste e socialmente scomodo per la stessa, alla consapevolezza della protagonista di dover essere libera e non cedere alla tentazione dell’amore (“Sempre libera” caratterizzata, questa volta, da una melodia allegra e sollevata); dall’incontro tra Violetta ed il padre di Alfredo, reincarnazione della mentalità borghese pre-romantica, all’apoteosi dell’opera, caratterizzata dal sacrificio d’amore di Violetta e rappresentato dal famoso “Amami Alfredo”, sino alla fine tragica della morte della protagonista, giovane, ma sicura di aver vissuto quanto ci sia di più importante nella vita.
Augias e Modugno non hanno dubbi su come Verdi abbia potuto anticipare la rivoluzione romantica e rappresentarla maestosamente con “La Traviata” ed, in particolare, con il ripetersi di sei note sin dall’inizio dell’opera e che trovano ampia consacrazione con “Amami Alfredo”.
Inoltre, sia lo scrittore che il pianista, hanno ben reso l’idea di come il famoso compositore riproponesse stati d’animo e sentimenti con la sua musica, attraverso l’alternarsi di note o la mancanza di alcune di esse, qualora fosse necessario interpretare la mancanza del respiro di Violetta in preda al suo vortice amoroso.
Uno spettacolo di successo, dunque, alla luce del coinvolgimento che ha caratterizzato la platea, sia italiana che francese, e che ha saputo ringraziare Augias e Modugno per l’inebriante omaggio a Giuseppe Verdi.
Rita Marsico