“Il libro è più che un oggetto, più che uno strumento. È un vettore di conoscenza, di istruzione, di emancipazione, di idee e di opinioni e, proprio perché sottomesso al nostro esame e alla nostra credenza (Guglielmo da Baskerville) è ugualmente alimento per esercitare il nostro intelletto e il nostro spirito critico. E’ allo stesso tempo anche un vettore di libertà. Il libro è un testo e il testo un discorso. A noi, compito di restare vigilanti…”.
La conferenza sul tema “Libro e Libertà” è stata organizzata, lo scorso giovedì 24 aprile, dall’istituto Inlingua con la straordinaria partecipazione del linguista e bibliografo Vincent Rindone, che ci ha spalancato le porte ad un entusiasmante viaggio sulla storia del libro: dalle sue origini come supporto di lettura, alla sua diffusione come strumento di espressione di idee.
La storia del libro nasce, in primis, dal suo supporto materiale: l’utilizzo della pietra per gli antichi egizi, l’argilla per i popoli della Mesopotamia, il bambù e i tessuti di seta per i cinesi, ma anche l’ardesia, il mattone, le conchiglie e la corteccia d’albero. Dai primi supporti, molto difficili nell’uso e nel trasporto, si passerà al papiro egiziano, alle tavole cerate degli antichi romani e finalmente alla carta introdotta in Europa dagli arabi nel X-XI secolo. La prima e vera rivoluzione arriva però solo alla fine del XV secolo con l’introduzione delle prime stampe. Migliorando la qualità dei supporti (utilizzo della carta filigranata a mano), dei copisti, dei disegni e delle rilegature, il libro acquista un valore sempre più inestimabile diventando uno strumento caro riservato alle sole caste dei ricchi e dei religiosi. Con l’industria del libro (XVI secolo) la lettura raggiunge l’apice della sua maturità.
E’ ora possibile informare, dar sfogo a pensieri e istruirsi con i grandi classici letterari latini e greci. Gli autori del tempo cominciano a servirsi di questo strumento per la diffusione dei propri scritti letterari, politici, religiosi o filosofici. Il sapere può ora diffondersi verso un numero sempre più grande di persone e raggiungere tutti i ceti sociali: studenti, borghesi, artigiani. Il libro è la nuova rivoluzionaria forma di emancipazione del pensiero. Nel XXI secolo, la lettura in generale fatta di libri, riviste, giornali, quotidiani, internet, diventa il più grande strumento di socialità: lettura libera o obbligatoria, stampa libera o dovuta, dialogo con la poesia, col pensiero, con la divinità, composizioni religiose o ideologiche…
Il libro è oggi, per noi, un amico fidato che ci fa visita, ci tiene compagnia, ci obbliga ad una critica con noi stessi e con gli altri. Non ci abbandona mai e ci tiene per mano fino a farci raggiungere l’altro versante di noi stessi. E’ il nostro amico più fedele, il più esigente. Ci insegna, ci calma, ci sprona, ci rivolta e questa frequentazione ci porta ad un piacere unico, irripetibile, che si esaurisce nella chiusura del libro stesso. La sua scrittura contribuisce a formarci e a farci diventare noi stessi e allo stesso tempo altri. Cos’altro aggiungere? Libri faciunt labra (i libri formano le labbra) ed il dovere del lettore è d’esaminare tutto, sempre secondo il suo piacere e la sua volontà…
Emira Boasi