La CARDOC, centro archivistico e documentario del Parlamento europeo, oltre al lavoro di classificazione e conservazione di documenti di grande rilevanza storica, realizza ogni anno degli studi e delle brochure per meglio approfondire la storia dell’Unione europea. Dal 2007 vengono pubblicati semestralmente e distribuiti gratuitamente dei “cahier” (quaderni, ndr) che, basandosi sul grande patrimonio documentario del Parlamento europeo, parlano di eventi storici di grossa portata. Tra gli ultimi lavori citiamo quello su “Un’Europa dei diritti: storia della Carta dei diritti fondamentali” (2012), “Pari opportunità: le commissioni dei diritti delle donne (1979-1999)” del 2013.
L’ultima pubblicazione è stata presentata in occasione della Plenaria di Strasburgo lo scorso novembre, e s’intitola “I 25 anni del premio Sakharov: il Parlamento europeo per la libertà di pensiero”.
Con una carrellata di documenti e foto dei vincitori, s’intende celebrare il 25esimo anniversario del premio Sakharov, premio istituito dal Parlamento europeo nel 1988 per onorare le persone e le organizzazioni che si battono per la difesa delle libertà di pensiero. Tale premio viene consegnato ogni anno in una data prossima al 10 dicembre, in ricordo del giorno in cui venne firmata la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo.
La recente pubblicazione, redatta da Paivi Vainiomaki, specialista dell’informazione della CARDOC, percorre tutta la storia del Premio dalle sue origini, nel 1988, fino ai giorni nostri.
Il premio s’intitola “Sakharov” dal nome del fisico nucleare russo Andrei Dmitrievich Sakharov, famoso nel mondo dapprima per il contributo alla messa a punto della bomba all’idrogeno e successivamente per la sua attività in favore dei diritti civili, infatti, è noto come uno dei principali dissidenti politici nell’ex Unione Sovietica, che gli valse anche il premio Nobel per la pace nel 1975.
I destinatari del premio Sakharov sono stati quasi sempre simboli, noti o meno noti, di una lotta non violenta contro le dittature e le descriminazione , non a casao, tra le ultime premiate vi è la ragazzina pakistana Malala, ma nel novero dei premiati meritano di essere menzionati Nelson Mandela (1988), Aung San Suu Kyi che è stata premiata nel 1990 ma solo nel 2013 ha potuto ritirarlo, le Madri di Plaza de Mayo (Argentina) nel 1992 e via dicendo.
Per chi fosse interessato la pubblicazione è gratuita e può richiederla per email a arch-info@ep.europa.eu o telefonare a (+352) 4300 27561. La pubblicazione è disponibile nelle tre lingue ufficiali dell’UE, francese, inglese e tedesco.
Amelia Conte