Forse non saranno cosi famosi come dice il titolo del film del giovane regista lussemburghese d’origine egiziana Adolf El Assal  « Les Fameux Gars » prodotto dalla Indipendent Spirit Production SA ma meritano comunque una citazione in quanto raccontano uno dei segmenti, forse più nascosti della nostra società, quello che rappresenta veramente il melting pot di culture e nazionalità che rende questo Paese cosi variegato e cosi unico. I giovani. E vale la pena raccontare la storia partendo da questo gruppo di amici cresciuti insieme, che dopo mille esperienze adolescenziali, da adulti si ritrova a convogliare competenze e specificità di ciascuno in un lungometraggio.

Oltre al regista, conosciuto per i suo precedenti cortometraggi  «Mano de Dios» e « La Fameuse Route», segnaliamo, tra gli altri,  Godié che dopo aver interpretato un ruolo drammatico in « Mano de Dios»,  si cimenta nel ruolo comico principale e caricaturale del giovincello legato all’hip hop, che si veste con la maglia della squadra del cuore ed Edoardo « Cico » Inzolia, musicista di professione,  che oltre ad interpretare la parte del professore brasiliano nella scuola della 2a chance, ne ha curato la colonna sonora.

E qui parte la prima riflessione: la location principale in cui sono stati girati gli interni è la famosa E2C, ovvero la scuola della 2a chance che in Lussemburgo esiste veramente. Questa, secondo i dettami ministeriali, si rivolge agli alunni dai 16 ai 24 anni che per motivi di insuccessi scolastici o cattive scelte di orientamento escono dal sistema scolastico pubblico ordinario. Anzichè perderli per strada, il Ministero  de l’Education nationale et de la Formation professionnelle li reintegra in un percorso di formazione individuale che li porta fino alle soglie del mondo del lavoro. Anche se per alcuni questa soluzione sembra all’avanguardia perchè diminuisce il tasso di insuccesso scolastico generale; per altri sembra marginalizzare ancora di più lo studente che, una volta entrato nel meccanismo, è costretto a seguire un percorso dal quale non puo’ più tornare indietro. Il fatto che se ne parli, anche se in maniera caricaturale e all’interno di un film comico, mi fa pensare che ci sia stata una riflessione alla base,  che ha portato il regista a confrontarsi con una realtà ingombrante che spesso rimane nascosta ( a volte volutamente) all’opinione pubblica.

Seconda riflessione : nel film si racconta di Steven, alunno di questa scuola che è folle d’entusiasmo alla notizia che la sua classe abbia vinto un viaggio nel suo paese d’origine. Infatti,  nonostante il nome inglese, Steven è portoghese e questo produce una serie di domande. Poichè la maggior parte degli alunni della E2C sono di origine « latina » e hanno difficoltà principalmente con il trilinguismo del sistema scolastico nazionale (e in particolare con il tedesco), perchè spesso si discriminano questi alunni a causa della lingua ?

Perchè non permettere alla comunità portoghese, in particolare, la creazione di una scuola portoghese  come esiste quella francese e quella inglese ?

Forse i numeri dei portoghesi in Lussemburgo (che si attestano a 110mila) fanno paura ?

E perchè, mi chiedo allo stesso tempo, secondo la storia dell’emigrazione nel Granducato, gli  alunni italiani inseriti nella scuola pubblica lussemburghese, nonostante le difficoltà, si siano integrati nel sistema scolastico nazionale e parlino 4/5 lingue ?

C’è bisogno di quanto tempo per assimilarsi attraverso la lingua ?

Ultima riflessione: è possible affrontare il tema delle seconde generazioni e dello spaesamento dei figli degli emigranti in maniera cosi leggera e al tempo stesso condivisa?

Quando Steven torna nel Paese del papà,  lo fa con una valigia piena di denaro (non si a bene arrivato da dove)…Considerando che nel Granducato di Lussemburgo si gode della retribuzione più alta dell’Europa a 27 (per chi il lavoro ce l’ha…) cioé 48 914 ( salario annuo lordo), chiedo provocatoriamente: chi di noi non si sente un « Paperone » con il portafoglio pieno quando torna in Patria ? E chi di noi, per un attimo, non si è sentito spaesato perchè in quella stessa Patria che lui stesso ha lasciato (per ragioni professionali o di cuore) non si riconosce più e preferisce rimanere all’estero ?

E’ quello che succede a Steven e ai suoi amici quando, dopo essere stati derubati e arrestati, ritornano per le strade di Esch sur l’Alzette a mangiarsi un kebab?

paola cairo

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