Ne parla, per primo, Carlo Goldoni nel 1750 ne “Il teatro comico”. Le rappresentazioni non sono basate su testi scritti ma su canovacci. Gli attori recitano usando delle maschere (le più note delle quali sono Arlecchino, Brisighella, Pantalone, Pulcinella, Zanni...) e improvvisano le loro parti. Parliamo della commedia dell’arte a cui la Kulturhaus Niederanven (con il sostegno del Fonds Culturel National insieme al Ministère de la Culture e il Circolo Curiel) rende omaggio per tutto il mese di febbraio.

Ne parliamo con l’ideatrice Luisa Bevilacqua.

Perchè questo progetto?
La Masnada des Masques nasce dal desiderio di far conoscere e diffondere la straordinaria ricchezza che offre il teatro della Commedia dell’Arte.
Genere teatrale nato in Italia nel 16° secolo, può vantarsi di una tradizione secolare e di essere stato non solo l’inizio del professionismo teatrale, ma anche alla base del teatro moderno europeo.
Nonostante ciò, non è ancora riconosciuto come patrimonio culturale immateriale dell’umanità. A questo scopo si sta muovendo la SAT, associazione culturale che riunisce operatori di Commedia dell’Arte di tutto il mondo, che ogni anno rinnova il suo appello all’UNESCO nella data simbolica del 25 febbraio, proclamato Giornata della Commedia dell’Arte.
Il nostro progetto vuole a modo suo contribuire a far conoscere i diversi aspetti della Commedia dell’Arte e a questo scopo si articola in 3 parti: una conferenza/dimostrazione su cos’è la Commedia dell’Arte; una mostra realizzata dall’associazione I’sgorbi sul mestiere del mascheraio e i suoi manufatti: le maschere in cuoio di Commedia dell’Arte (aperta fino al 9 febbraio dal martedi al sabato dalle 14 alle 17). In quest’occasione sarà anche promossa la petizione per il riconoscimento della Commedia dell’Arte come patrimonio culturale immateriale dell’umanità presso l’UNESCO.
La seconda parte è lo spettacolo Pulcinella sur la lune (2/3 e 5 febbraio, ore 20).

 

Si tratta di una creazione contemporanea di Commedia dell’Arte, nella quale Pulcinella è il protagonista attraverso il quale viene raccontata la storia della rivoluzione napoletana del 1799. Una storia che allude allo straordinario personaggio di Eleonora Fonseca Pimentel e ci mette a confronto con le tematiche degli ideali e delle responsabilità. Infine, il progetto si conclude con Derrière le masque, stage teatrale rivolto a tutti coloro che sono curiosi su come mettere in movimento una maschera e creare un personaggio della Commedia dell’Arte (dal 7 al 9 febbraio).

Ci racconti qualcosa su “I’sgorbi”?
OfficinaMascheraTeatro I’sgorbi è un’associazione creata da due giovani  attori e mascherai di professione Davide Tagliabue e Monica Giordano.
I‘sgorbi  – che prende il nome dall’attrezzo che serve per incidere il legno – sviluppano la loro ricerca e il loro amore per l’artigianato per le maschere  partendo dallo studio della Commedia dell’Arte. E’ appunto il mestiere del mascheraio l’aspetto portante del loro interesse.

I’sgorbi legano il loro mestiere all’urgenza per la materia: al cuoio e al legno. Nel lavoro lavoro questi materiali grezzi ripiegano nella costruzione della fissità di un volto, di una maschera apparentemente vuota. Una maschera ambigua che cela dietro sé la magia e la bellezza del dinamismo del corpo, della voce, delle sfumature, delle risa grasse, dei lamenti, della fame. In continuo dialogo con il corpo dell’attore la maschera evoca e sussurra tutto questo: una fissità vibrante.

 

 

 

 

 

(picci/paola@passaparola.info)

 

Per info:

www.khn.lu

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