Il voto della Sala Stampa premia Loredana Bertè
Che la serata prendesse una deriva verso l’eternità si capisce fin da subito con le inutili gag del presentatore-direttore artistico con il Maestro De Andreis e col il maldestro tentativo di Marco Mengoni, come da copione allunga-brodo, di fare il simpatico (meglio, molto meglio quando canta). E invece, quando Il Tre, ultimo cantante in gara, si esibisce all’1.50, inaspettatamente prima sulla tabella di marcia, sembra quasi che il tempo sia volato.
Apre la settantaquattresima edizione del Festival di Sanremo Clara, una giovanissima, a cui va il merito di non farsi travolgere dell’emozione. Livello generale dei pezzi molto alto ma ci sono stati momenti che hanno raggiunto livelli da superlativo assoluto.
“Per sempre sarò libera, e orgogliosa canto” è il manifesto di Fiorella Mannoia, che con la sua Mariposa, porta sul palco la voce di tutte le donne e si conferma una regina per classe ed eleganza. Applausi. La Sala Stampa non la premia ma i conti si fanno alla fine.
«Sono pazza di me perché mi sono odiata abbastanza» è la rivincita di Loredana Bertè che finalmente ritrova se stessa e fa impazzire tutti. La Sala Stampa la premia. Grintosa.
Alla prima partecipazione Alessandra Amoroso presenta un pezzo che entra nelle vene, canta il dolore e sembra di sentirlo. Da podio.
Annalisa al terzo posto nella classifica provvisoria e The Kolors si contendono la palma del tormentone che sarà. Vincenti in radio in assoluto.
Angelina Mango domina il palco come un’artista navigata. Lei ha la musica nel sangue e si sente. Per la Sala Stampa è al secondo posto.
Diodato e Mahomood, tradizionalmente sostenuti dai giornalisti, completano la cinquina determinata dal voto della Sala Stampa che li mette rispettivamente al quarto e quinto posto.
Ma siamo ancora all’inizio… Scriverlo alle due di notte, dopo oltre cinque ore di ascolto, suggerisce che, indubbiamente, sia meglio riparlarne dopo averci dormito su.
Glda Luzzi