Si può essere “Uno, nessuno e centomila” di pirandelliana memoria? Sì: è John Malkovich
Interessantissima e accattivante, la mostra “Malkovich, Malkovich, Malkovich. Homage to Photographic Masters” a Milano, al Palazzo delle Stelline fino al 6 febbraio, dove Malkovich si trasforma in attori e personaggi importanti del secolo scorso, davanti alla macchina fotografica del grande fotografo Sandro Miller.
La mostra nasce come omaggio di Miller ai grandi fotografi del passato e contemporanei – Kertesz, Stern, Lange, Leibovitz, Arbus, Avedon e altri – e ha come unico soggetto l’attore John Malkovich, suo amico, che interpreta, di volta in volta, i personaggi da loro fotografati in celebri immagini. Malkovich si cala perfettamente in questi ruoli, a volte ironici, a volte dissacranti, come nella foto d’ apertura dove, con una straordinaria mimica facciale, è
“Joker” oppure, quando si sdoppia nelle due gemelle bambine, rendendo perfettamente i loro stati d’ animo. Ancora: rivestito d’ api, come un ricamo, nella foto dell’apicoltore; o nella celebre foto di Einstein con la linguaccia, dove sembra prendersi gioco dello stupito visitatore.
E, per fare valere la sua bravura camaleontica, eccolo trasformarsi in una seducente Marilyn Monroe, nei famosi ritratti di Bert Stern e Andy Warhol, o immedesimarsi in John Lennon, abbracciato a Yoko Ono, nello struggente scatto prima di essere ucciso, o in Mick Jagger incorniciato da un cappuccio di pelo, come se non volesse farsi riconoscere.
Tutte le foto sono state scattate con una grande dovizia di particolari e con una minuziosa ricerca dei dettagli. Sono stati coinvolti truccatori, tecnici delle luci, scenografi e costumisti per dare un ” effetto perfetto” dell’ immagine. E la resa finale è stata superba: merito di un superlativo Malkovich. Come nel film: questo vuol dire “Essere John Malkovich”.
Anna Violante