Siamo vicini all’estate e non ci separeremo un attimo dal nostro smartphone. Qualche attenzione per evitargli danni.

Sono cresciuto con Franco Battiato, ascoltando i suoi brani alla Plaia a Catania, e pensando a quest’articolo mi è tornato alla mente un suo verso: “Io sì, che avrò cura di te”. Negli Anni ’80 l’oggetto più tecnologico di cui disponevo sulla spiaggia era l’orologio meccanico; le attenzioni da prestare non sono poi tanto diverse da quelle da adottare per uno smartphone. Per prima cosa bisogna sapere cosa potrebbe danneggiarlo e quindi attuare una meticolosa prevenzione. Qui una carrellata di fattori di rischio.

Acqua: i fortunati possessori di un iPhone 12 o di un Galaxy S21 potranno dormire sonni tranquilli; infatti questi dispositivi resistono ad un’immersione a 1.5 metri per 30 minuti senza danni. Questa caratteristica è codificata come IP Rating IP68. Questo codice è il grado di protezione, composto da 2 cifre: la prima per la resistenza all’entrata di polvere e la seconda all’umidità. Più le cifre sono alte e meglio è. Trovate l’IP rating del vostro telefono leggendolo sul manuale (mai nessuno lo legge!) o su google, cercando ad esempio “iPhone 11 IP rating”. A partire da IP67 è un ottimo livello di protezione.

Polvere e sabbia: anche qui vale il codice IP Rating, e chi possiede uno smartphone IP68 sta in una botte di ferro perché nemmeno un singolo granello di sabbia o polvere entrerà nel telefono. Ma…nei modelli meno recenti la sabbia può insinuarsi nei connettori (audio jack, USB, lightining) e può graffiarlo.

La temperatura: ci ricordiamo tutti che il calore si trasmette anche per irraggiamento (trasporto di energia sotto forma di calore tramite onde elettromagnetiche, ndr)? Quindi, anche se il termometro dice 35°C all’ombra, un telefono lasciato “al sicuro” dentro al cassettino portaoggetti dell’auto parcheggiata sotto al sole raggiungerà i 54°C in 30 minuti e superare i 70°C dopo un paio di ore (e 10°C in più se l’auto è nera). Non è per un caso che i costruttori di telefonini vietino nelle istruzioni di lasciare il telefono dentro l’auto parcheggiata al sole. Si rischiano: danni irreparabili alla batteria, perdita di dati, reset improvvisi o nella migliore delle ipotesi shutdown di protezione da sovratemperature. I telefoni non dovrebbero mai superare la temperatura di 45°C, neanche da spenti.

Gli urti: 2 passaggi a pallone sulla spiaggia, una partitella, ma a chi lascio il cellulare? Beh lo metto in tasca. Da lì alla distruzione del prezioso dispositivo il passo è breve. Datelo in consegna alla zia, bloccato da password!

Gli alcoolici: non dovrebbero avere effetti diversi che l’acqua. Suggerisco di bere il gin tonic invece che versarlo sullo smartphone a scopo sperimentale; la scienza può aspettare.

E se nonostante “La Cura” che ci siamo presi, lo smartphone si rompesse? Se abbiamo fatto un backup completo prima di partire e/o abbiamo tutti i nostri dati sul cloud, possiamo velocemente ripristinarli su un nuovo telefono. La transizione potrebbe essere tecnologicamente facile, ma economicamente dolorosa… Per questo sarebbe utile aggiungere lo smartphone alla nostra assicurazione.

Ignazio Binanti

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