Agrodolce, con dentro tutto quanto può esserci di bello, comprese due risate e il magone.
EST, del regista Antonio Pisu, si basa su una storia vera, che ha per protagonisti 3 giovani amici di Cesena Pago, Rice e Bibi. Siamo nell’ottobre del 1989, a un mese dalla caduta del Muro di Berlino e di tutti i regimi comunisti. I tre ragazzi, pieni di vita, tasche vuote e tanta ingenuità, si vedono trasformare la propria vacanza on the road nell’Europa dell’Est (passando da Budapest a Bucarest) in una profonda esperienza di vita: umana e sociale.
Un film che è stato preceduto da un libro – come hanno raccontato due dei protagonisti al quale il film è ispirato, Maurizio Paganelli e Andrea Riceputi, presenti a Villerupt sabato scorso – nonché autori di “Addio Ceausescu. Tre giovani romagnoli alla scoperta e all’avventura oltre la Cortina di Ferro” (Il Ponte Vecchio, 2019) da cui è tratta la sceneggiatura. La storia nasce appunto da un’idea degli stessi autori che nel 1989 avevano ventiquattro anni e che con grande entusiasmo e tanta voglia di avventura intrapresero con un amico il viaggio raccontato nel film.
Il film può davvero piacere a tutti, ma colpirà in modo particolare la generazione che all’epoca aveva più o meno la stessa età dei protagonisti. Dalle musiche agli oggetti, dalle auto ai vestiti: per tutti gli ex “poco-più-che-ventenni” di fine Anni Ottanta, la pellicola è un tuffo al cuore, un viaggio a ritroso nel tempo. E grazie alla quale le giovani donne di quella generazione potranno togliersi anche una bella soddisfazione. Quella di scoprire finalmente come erano le vacanze di quelli che oggi sono i loro mariti, compagni o ex.
I protagonisti veri, rivendicano quanto all’epoca, il loro viaggio fosse diverso dal solito. “A quei tempi tutti andavano a Rimini – hanno detto ancora Paganelli e Riceputi – noi invece volevamo fare altro, viaggiare all’avventura. E l’Est era quello che cercavamo”.
Un film che parla di giovani di 30 anni fa e parla ai giovani di oggi. Che avranno riconosciuto anche tra gli attori protagonisti Lodo Guenzi, voce e chitarra de Lo Stato Sociale, affiancato da altri due attori esordienti Matteo Gatta e Jacopo Costantini.
Una pellicola che si avvale di spezzoni originali documentati direttamente da Rice, che con la passione della macchina da presa, aveva filmato l’intero viaggio. Che usa un linguaggio che non cambia, perché è il linguaggio dei valori e dei sentimenti, il linguaggio delle emozioni. Dentro alle quali siamo tutti simili, che sia Italia o Romania o un “ovunque” del mondo. Belle le canzoni di Battiato che fanno da colonna sonora al film.
Altre proiezioni: 30 e 31 ottobre, 2 e 6 novembre.
Per sapere di tutti e di più sulla kermesse cinematografica: www.festival-villerupt.com