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Nata a Esch-sur-Alzette e sempre cresciuta in Lussemburgo, Letizia Romanini è un’artista italiana specializzata in arti decorative a l’École Supérieure des Arts Décoratifs di Strasbourgo e al CFPI (Centre de formation des plasticiens intervenants à la Haute école des arts du Rhin), membro della AAPL (Association des Artistes Plasticiens du Luxembourg). Lavora non solo la plastica, ma anche tessuti, carta, vetro, gioielli, materiali flessibili e tanto altro ancora. Da quando ha cominciato i suoi studi, Letizia vive e lavora in maniera stabile a Strasburgo, ma viene spesso nel Granducato per altri progetti artistici, come la sua recente mostra alla Kultufabrik:  SQUATFABRIK a Esch-sur-Alzette dal 7 al 18 luglio 2020.

Che progetto hai messo in mostra alla KUFA la settimana scorsa?

È la continuazione di un progetto cominciato 2 anni fa a Berlino, durante una résidence mission che stavo facendo nel 2018. Lavoro spesso con con la raccolta del “Left Over”(dall’ inglese: avanzi/scarti) di tanti piccoli oggetti e cose abbandonate. La mia idea era di creare un Wallpaper, una grande cornice, composta dalla raccolta di foglietti scarabocchiati dai negozi di penne ed editoriale; quando un cliente compra un penna, gliela si fa provare su un foglietto di carta e poi, tutti questi foglietti scarabocchiati vengono messi da parte e dimenticati.

Mi piaceva “il gesto dell’abbandono” da parte della gente di questa scrittura automatica e inconscia, lasciata andare così, quindi mi piaceva l’idea di trattenere e trasformare qualcosa che sabbe stato buttato via senza riflettere. E quello che ho messo in mostra alla KUFA era proprio una serie di queste opere: annouction du Left Over, come questa del Wallpaper, ma anche delle opere più scultoree, con tessili e materiali composti e anche con diverse proiezioni di disegni che ho fatto.

Su cos’altro hai lavorato nei 2 anni di pausa dal Wallpaper?

Fra il 2019 e 2020 ho utilizzato la mia arte per fare più progetti sociali, quindi il Wallpaper è rimasto in sospeso non avendo il tempo per fare la mia ricerca. Nell’ultimo anno e nel 2020 mi sono focalizzata sul costruire e attrezzare il mio studio: un hangar di 904 metri quadri che, insieme ad altre strutture, era la vecchia Cooperif d’Alzas (che una volta i mercanti ed esportatori da latte usavano per lo stoccaggio, ma anche come garage per riparare i camion). Non essendo più in uso oggi, siamo riusci ad avere uno di questi garage come spazio per artisti come me.

Hai altri eventi programmati nei prossimi mesi dove possiamo vedere le tue mostre?

Si, ad ottobre (presto sapremo le date esatte) ci saranno 2 weekend consecutivi dove il nostro hangar sarà aperto al pubblico e sarà possibile vedere tutto quello che stiamo facendo. Questo luogo si chiama “La Virgule”, proprio perché il posto è un po’ a forma di virgola. Se la gente vuole vedere in tempo reale quello che stiamo facendo nell’hangar, può seguirci sull’account instagram: collectif_cric

 Fabio Bottani

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