Le istituzioni dell’Unione europea (in Lussemburgo e non solo) stanno adottando nuove disposizioni per tutelare i propri dipendenti/staff e i visitatori dal propagarsi dell’epidemia.

La prima a muoversi è stata la Corte di Giustizia europea, che seppur non registrando alcun contagiato al COVID 19, ha deciso che l’utilizzo dei propri locali verrà ormai riservato alle attività che vi si devono necessariamente svolgere, quali le udienze di discussione. Le altre attività saranno effettuate a distanza, in particolare facendo ricorso ad appositi strumenti tecnologici. Mediante tali disposizioni ad hoc, l’attività giurisdizionale dell’Unione potrà proseguire fintanto che la situazione sanitaria lo permetterà e fatta salva la sua eventuale evoluzione.

Il Parlamento europeo (PE) ha adottato misure precauzionali già a partire dal 24 febbraio scorso, aggiornate rispetto all’evoluzione del contagio, per proteggere la salute dei membri del Parlamento europeo, il personale e le altre persone che lavorano o visitano il Parlamento europeo. Come regola generale, le persone che si sentono male sono invitate a rimanere a casa e chiesto di chiedere consiglio al loro medico generico. Inoltre, le autorità del PE chiedono anche al personale che ha viaggiato in una delle aree a rischio negli ultimi 14 giorni, a rimanere a casa e telelavoro.

Lo stesso Presidente del Parlamento, David Maria Sassoli,  ha annunciato l’altro ieri che dopo le maggiori misure precauzionali adottate in Italia e dopo un suo viaggio nel Paese, sarebbe stato isolato per 14 giorni.

A partire dal 16 marzo, il telelavoro è suggerito per tutto il personale la cui presenza fisica in Parlamento non è assolutamente indispensabile. Naturalmente viene fornito il sostegno alle attività fondamentali del Parlamento e dei suoi deputati.

A partire da oggi, il Grand Est della Francia (Alsazia, Lorraine e Champagne-Ardenne) è regione a rischio. Tutto il personale appartenente alle istituzioni e residente nella regione del Grand Est è quindi invitato a telelavorare. Questo ha un impatto sul Lussemburgo, a causa dell’elevato numero di dipendenti provenienti dalle zone del Grand Est; solo alcuni edifici rimarranno aperti e una percentuale importante del personale è stato invitato a telelavoro.

La scuola europea (I e II) del Lussemburgo ha pertanto obbligato (a partire da oggi, 12/03) gli studenti provenienti da quelle zone a restare a casa per 14 giorni. Info: QUI

Anche la Banca europea degli investimenti ha invitato i suoi 2000 dipendenti a lavorare da casa e a non recarsi nella sede di Kirchberg.

L’Università di Lussemburgo, dopo che un piccolo numero di  studenti è stato messo in quarantena, ha pensato di sospendere i corsi di Diritto, Gestione e il Master in Educazione secondaria. Anche l’open day previsto per il 21 marzo è stato annullato. Ma sarà possibile vedere una presentazione virtuale dei corsi e delle formazioni offerte su www.openday.uni.lu.  I dipendenti dell’Università possono scegliere se lavorare da casa, concessione effettuata anche ai dipendenti transfrontalieri.

https://wwwen.uni.lu/university/news/latest_news/coronavirus_updated_advice_for_students_and_staff

Altre realtà lavorative in Lussemburgo stanno accarezzando l’idea di ricorrere al remote working (lavoro da casa) e soluzioni digitali.

(red/am)

 

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