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Della Madre, un insolito spettacolo teatrale ha affrontato al Piccolo Teatro di Milano “il tema dei temi” intorno al quale ruota da sempre l’immagine femminile.

Madre: parola austera che evoca sentimenti atavici e definisce la genitrice, colei che scandisce il ritmo della vita. Differisce da mamma: parola ” morbida”, dolce, che ingentilisce la vita. Entrambe si uniscono nella persona che ci dà la vita e gli strumenti per affrontarla. Ed è la donna la figura chiave. Della madre è uno spettacolo bello, intenso, “forte”, che fa parte di una trilogia familiare: “In nome del padre, della madre, del figlio”. L’anno scorso c’è stato In nome del padre e l’anno prossimo ci sarà Del figlio. L’autore, che è anche regista e interprete, è Mario Perrotta e si è avvalso della consulenza di Massimo Recalcati. L’altra interprete è Paola Roscioli, nella vita moglie di Perrotta.

Lo spettacolo si snoda attraverso le dinamiche che si instaurano fra madre e figlia e che sono sempre le stesse (forse, oggi, un po’ peggiorate ed esagerate) nonostante il cambiamento dei tempi. La madre vuole imporre le sue vedute alla figlia che non sa se ribellarsi completamente  perché potrebbe essere una situazione di comodo. La figlia ha, a sua volta, una figlia (Bimba), quindi c’è una triade, composta da nonna, madre e figlia: una famiglia matriarcale.

La figlia è sospesa in una specie di limbo dove è figlia, ma, nello stesso tempo, madre; e i due ruoli si intrecciano e, talvolta, si confondono. Di grande impatto è la scenografia, pur se essenziale. Sul palco ci sono madre e figlia vestite di bianco, immerse in due crinoline bianche. La madre è impersonata dal regista e la figlia dall’attrice Paola Roscioli. Queste due “crinoline”, che sono unite da un telo bianco, svelano, all’interno, una “vasca” nella quale nuota Bimba: rappresentazione del grembo materno nel quale si annida il liquido amniotico dove è immersa la bambina. Sembra quasi che il cordone ombelicale non venga mai reciso, ma che unisca la nonna, la madre e la figlia.

È un intreccio dal quale non si esce: la madre che impone la sua volontà, la figlia che non sa rendersi autonoma e Bimba che è, a sua insaputa, un po’ “vittima” di entrambe le donne. Esilarante è lo scambio di chat tra mamme riguardo ai consigli che la figlia chiede per districarsi dalle imposizioni materne. Ne viene fuori un quadro un po’ triste ma molto attuale, di queste mamme che, pur di sembrare tali, angosciano i figli, tenendoli sotto la loro ala protettiva.

In questo modo, purtroppo, i figli non cresceranno mai. Sembra, quasi, il il fallimento sia della “madre” che della “mamma”. Gli interpreti si sono calati molto bene nella parte. Spettacolo coinvolgente, che fa pensare.

Anna Violante

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