Lo scorso week-end al Grand Théâtre de Luxembourg è stata rappresentata l’opera verdiana più famosa al mondo: la Traviata. Una Traviata inedita con la regia e la scenografia dell’ americano Robert Wilson.
Wilson ha dimostrato come ancora una volta che un’elaborata messa in scena non è sempre necessaria per una performance di successo. L’uso efficace dell’illuminazione e dei gesti minimi possono, a volte, trasmettere le più profonde emozioni umane e far emergere l’essenza dell’opera.
Tutte le produzioni di Wilson hanno essenzialmente la stessa formula: un palco nudo privo di sostegni salvo un banco o una piattaforma. L’illuminazione è una parte critica e integrante della produzione. I personaggi spesso indossano un pesante trucco bianco e si impegnano in gesti al rallentatore. Piccoli movimenti delle mani o espressioni facciali sono usati per trasmettere umore ed emozioni. Non ci sono movimenti improvvisi o esplosioni; ogni azione viene accuratamente calcolata e deliberatamente eseguita. Wilson ha prontamente riconosciuto l’influenza del tradizionale teatro asiatico, in particolare del Noh giapponese con le sue maschere e movimenti lenti e deliberati.
L’amore di Violetta e Alfredo, nel secondo atto, è stato rappresentato su un pavimento nudo con cespugli fatti di sottili lunghi bastoncini mobili.
La festa di Flora presentava lampade di varie forme dal soffitto con coro mascherato illuminato di rosso.
Gli uomini che indossavano le corna dei tori recitavano la danza degli zingari.
L’atto III vede in scena un letto a forma di chaise e una piccola finestra illuminata, l’unica connessione di Violetta con il mondo esterno.
La scena finale vede Violetta morire con la parte superiore del corpo inclinata su un lato con le braccia tese e un debole sorriso sul viso, mentre altri personaggi erano semplici sagome scure nella parte posteriore. Wilson ha sostenuto che Violetta sia morta con la parola “gioia” sulle sue labbra; da qui la luce e il sorriso alla fine del suo sacrificio.
La musica sembrava spesso respirare con i cantanti sul palco, con ragnatele e flussi di emozioni attentamente gestiti. Il volume è stato talvolta ridotto deliberatamente, con i cantanti che quasi sussurravano le parole.
Questa versione meno pomposa e minimal della Traviata è stata coronata dal successo e da scroscianti applausi del pubblico presente. Prossimo spettacolo martedì 16 ottobre. Per i biglietti QUI
Amelia Conte
Foto: credit Lucie Jansch