La regista e sceneggiatrice romana ha presieduto la giuria della 40° edizione del Festival del film italiano di Villerupt (Francia), proprio mentre la sezione CARTE BLANCHE, affidata al critico cinematografico Lorenzo Codelli, era dedicata a suo padre Luigi.
Sei figlia d’arte. Cosa ti ha asciato in eredità tuo padre Luigi?
Di fare un cinema dell’umano. Che fosse fatto bene e lavorato bene ma che al centro avesse sempre l’umano.
E’ un vantaggio o un limite essere figli d’arte?
All’inizio può essere un vantaggio perchè già conosci le persone, l’ambiente ma poi lo paghi perchè devi riuscire, con i tuoi film, a fare il pubblico. O riesci ad avere il pubblico o il cinema non te lo fanno fare, quindi alla fine sei uguale agli altri.
Un ricordo di tuo padre?
Ci sono tante piccoli episodi che ricordo…Non andavo molto sul set ma una in “Tutti a casa”, ero piccolina, volevo sentire il bombardamento e mi mise in un armadio durante la scena del bombardamento. Ebbi una paura terribile. Poi quella stessa scena la misi in “Latin Lover” il mio film.
Cosa diresti ad un giovane che sta avvicinandosi al mondo del cinema?
Di leggere tanti romanzi, libri, vedere molti film ma anche laurearsi, cioé arrivarci con un bagaglio culturale.
Tu sei laureata in Economia. Ti ha aiutata avere una laurea?
Certo enormemente. Prima di tutto mi ha fatto lavorare anche in momenti complessi della mia vita e poi è cultura. Cioé tu puoi fare la facoltà che vuoi, puoi fare anche tutt’altro però fai uno studio superiore.
Che temi ancora vorresti affrontare che non hai mai affrontato nei tuoi film?
Sto preparando un thriller psicologico. Non l’ho mai fatto. Speriamo che riesca!
Recentemente ti sei impegnata nel movimento “se non ora quando”. A che punto è in Italia la battaglia per i diritti delle donne?
Non sono tanto i diritti ma costruire una società a due: diversi ma pari. Credo siano le giovani che devono impegnarsi adesso; le giovani donne con gli uomini accanto. Questa è la novità. Insieme.
(Paola Cairo e Maria Grazia Galati)