Lo scorso 20 ottobre, Lucas Carbonaro, originario di Ragusa e con radici scozzesi, è riuscito nell’impresa di attraversare a nuoto lo stretto di Gibilterra. Nel 2006, Lucas raggiunge il Lussemburgo dove lavora tuttora per la Banca Europea degli Investimenti. Già membro del club Rotary-Schuman per il quale si impegna, nel 2010, a correre la maratona di New York.
L’idea di nuotare tra la costa spagnola e quelle marocchine – dove si incrociano le acque del Mediterraneo e dell’oceano Atlantico -nasce due anni fa durante un viaggio che doveva portarlo da Lussemburgo a Dakar ma che si è concluso in Marocco per ragioni legate ai documenti. In parallelo, Lucas ha l’idea di associare la sua prova sportiva ad una sfida ulteriore: una raccolta fondi per l’ONG SOS Village d’Enfants Monde a sostegno dei bambini del villaggio d’Imzouren in Marocco.
Prima nasce la sfida, ancora non si è materializzata e per prima cosa Lucas si mette in contatto con Rafael, responsabile della torre di controllo di Tarifa sulle coste spagnole. Rafael svolgerà un ruolo importante in quanto si occuperà di risolvere ogni questione burocratica prendendo contatti con le autorità in Marocco.
Insieme allo staff di SOS Village viene stabilito inizialmente una somma di 4.800 euro da destinare all’educazione dei bambini del villaggio. Una volta raggiunto l’obiettivo e visto il grande appoggio e la motivazione dei donatori, Lucas decide di raccogliere altri 5.000 euro, questa volta per sostenere le spese mediche a favore dei bambini. Questa esperienza di raccolta fondi ha permesso a Lucas di notare come in una fase iniziale i donatori assecondano il progetto ma non sembrano contribuire significativamente dal punto di vista delle offerte. Una volta superato un punto critico, le offerte sembrano aumentare in modo esponenziale. E così si è raggiunta anche la cifra di 5.000 euro. E non solo. Le offerte generose hanno permesso di superare la cifra totale di 11.400 euro.
Gli allenamenti costanti al centro sportivo d’coque hanno svolto un ruolo fondamentale per la preparazione atletica prima della traversata. Finalmente il 20 ottobre 2014 arriva: “in molti devono rinunciare all’impresa se le condizioni del mare e del vento non sono ottimali” racconta Lucas. Ma la responsabilità verso i donatori quella mattina superava ogni esitazione. E così, dopo 12 giorni di attesa, Lucas si tuffa. “Durante la traversata non pensavo a nulla in particolare. Il tempo è passato velocissimo. Il mare era una tavola, come se le divinità mi stessero aiutando nell’impresa”. Dopo 4 ore e 40, i 17 chilometri di blu erano alle sue spalle e Lucas si trovava sulle coste marocchine.
L’emozione era grande dopo aver superato la prova e come ultima tappa dell’avventura era prevista la visita al villaggio d’Imzouren. Qui si conclude l’esperienza di Carbonaro, con i sorrisi dei bambini che potranno beneficiare di un’educazione e di cure mediche per tutto il 2015.
Alla fine della nostra intervista, Lucas racconta quanto sia importante per lui cercare nuove occasioni per fare del bene: “mi rendo conto di quanto sia positivo lanciare proposte che possano coinvolgere il più gran numero di persone tra cui soprattutto amici e colleghi”. La sua non è stata una sfida a sé stante, ma l’inizio di un progetto e il primo anello di una catena che può includere numerosi protagonisti e donatori. Per questo, nella sua agenda sono già segnati i prossimi eventi e le prossime attività che presto potranno concretizzarsi.
Elisa Pizzi