Elezioni Politiche 2022: le proposte della FIEI per gli italiani all’estero e la nuova emigrazione

Le elezioni politiche del 25 settembre 2022 si svolgono in un contesto ancora più complesso e difficile di quello delle precedenti del 2018: in questi anni le politiche verso il mondo del lavoro non hanno registrato il cambiamento auspicato; gli effetti della pandemia, l’acutizzarsi dei conflitti internazionali e la guerra hanno reso ancora più problematica la condizione di milioni di persone.

La presenza delle nostre collettività all’estero è continuata a crescere, a partire dalla crisi del 2007-2008 raggiungendo oggi la cifra di oltre 6,5 milioni di persone, un dato che non si registrava dagli anni ‘60. La “nuova emigrazione” è cresciuta anche nei due anni della pandemia; i dati Istat, che registrano le cancellazioni di residenza, sono sottostimati rispetto al flusso reale di espatrii che si stima sia il doppio; osservatori e ricercatori convengono sul fatto che esso sia composto solo per metà di emigrazione con livelli medio-alti di scolarizzazione, mentre l’altra metà può essere definita un’emigrazione “proletaria”; oltre ad una quota di tecnici, imprenditori e ricercatori (circa il 30%), la gran parte condivide dimensioni di precarietà anche nei paesi di arrivo che, con gli effetti della pandemia e ora della guerra, vedono ridursi occasioni di occupazione stabile.

In Italia sono stati i bassi livelli medi di crescita causati dal permanere delle politiche economiche neoliberiste e con i salari più bassi d’Europa, che hanno continuato ad alimentare la ripartenza dell’emigrazione; in mancanza di una seria inversione di rotta i flussi di espatri continueranno anche nei prossimi anni e l’incognita sulla loro futura entità è legata agli sviluppi della situazione geopolitica internazionale che manifesta preoccupante e crescente instabilità.

L’auspicata attenzione verso i diritti e le tutele dei vecchi e nuovi migranti e delle loro famiglie, la necessità di riproporre una seria riflessione politica e istituzionale sui movimenti emigratori in uscita dal nostro paese come questione di rilievo nazionale, sono andate purtroppo deluse.

Le sollecitazioni provenienti dal mondo della rappresentanza sociale, associativa e di servizio non hanno trovato ascolto ed interlocuzione positiva da parte delle forze politiche e istituzionali, salvo parziali riconoscimenti che però non si sono tradotti in concrete misure.

Sul fronte della rappresentanza le proposte di riforma dei Comites e del Cgie sono bloccate in Parlamento dal 2018. Il taglio del Parlamento, applicato anche alla Circoscrizione Estero ignorando i molteplici richiami di tutto il mondo dell’emigrazione a non ridurre la componente estera, ha reso ancora più difficile la rappresentanza di una popolazione che oggi rappresenta oltre il 10% del totale nazionale. Se ne è avuta una ulteriore conferma in occasione del recente voto per il rinnovo dei Comites a cui ha partecipato una percentuale irrisoria di elettori, circa il 3% degli aventi diritto.

Le dettagliate proposte di riprogrammazione degli interventi centrali e regionali formulate ed approvate nel dicembre scorso in sede di Conferenza Stato-Regioni-Prov.Autonome-Cgie, come anche quelle di inclusione della dimensione migratoria nell’attuazione del PNRR, non hanno ancora sortito effetti visibili.

In questo contesto, l’attività legislativa dei nuovi eletti – nel loro compito di rappresentanti delle comunità italiane all’Estero e, al tempo stesso, di Parlamentari della Repubblica – deve, a nostro giudizio, iscriversi in un quadro di riferimento centrato su alcuni cardini fondamentali:

– la piena attuazione del diritto costituzionale al lavoro: un lavoro che sia dignitoso, contrattualizzato, retribuito, qualificato dalle tutele universali e dalla formazione.

Un lavoro che sia accompagnato da un quadro di tutele che garantiscano il pieno accesso al welfare a tutti, in qualsiasi fase della propria vita. I parlamentari eletti all’estero saranno chiamati anche ad intervenire sulle questioni della riforma del mondo del lavoro e sulle politiche di welfare: chiediamo loro di impegnarsi a contrastare le politiche neo-liberiste e di austerity seguite negli ultimi anni, che hanno contribuito a precarizzare ancora di più il lavoro e ad impoverire le tutele a sostegno di giovani, pensionati, disoccupati, studenti e lavoratori;

– il diritto alla libera circolazione delle persone: nel contesto di ripresa della nostra emigrazione, di un diffuso restringimento del diritto di accesso e soggiorno e di approcci sempre più ostili ai cittadini migranti, è fondamentale che gli eletti in Parlamento (insieme a quelli presenti nel Parlamento Europeo) operino affinché sia garantito il diritto alla libera circolazione, sia in Europa che con gli altri paesi: ciò che riguarda le condizioni dei nostri connazionali espatriati vale anche, sulla base degli stessi principi di eguaglianza, solidarietà ed inclusività, per i cittadini immigrati in Italia, verso i quali non sono accettabili politiche di respingimento e marginalizzazione;

– la necessità di un nuovo equilibrio sostenibile: allo stesso tempo è necessario un nuovo impegno per il riequilibrio dei gap strutturali tra aree territoriali interne (in Italia) e tra i paesi europei; la libera circolazione non può tradursi in trasferimenti massicci e automatici di “risorse umane” da un’area all’altra o da un paese all’altro impoverendo ulteriormente i territori periferici: la coesione sociale, economica e politica, sia nazionale che comunitaria, non può ignorare la necessità di un sostenibile equilibrio tra popolazioni e territori.

Nell’epoca della crisi climatica e ambientale, aggravata dalle tensioni internazionali, tale principio va applicato anche nelle relazioni nord-sud e col resto del mondo.

– l’esplicita scelta di campo antifascista e contro ogni discriminazione. In un contesto europeo e mondiale che vede il rigurgito di movimenti xenofobi, intolleranti e spesso esplicitamente razzisti e legati alle tragiche esperienze del fascismo e del nazismo, è fondamentale che i rappresentanti nel parlamento italiano, eletti nel collegi esteri, manifestando esplicitamente la loro profonda convinzione antifascista e contro ogni forma di discriminazione, applichino questi valori nella loro azione parlamentare su ogni tema sociale e civile rispetto al quale saranno chiamati a intervenire.

La strumentalizzazione delle criticità sistemiche e il loro utilizzo per innescare tensioni e guerre tra poveri è inaccettabile. Piuttosto tutti siamo chiamati a sostenere un cambiamento sostanziale delle ragioni strutturali che producono tali criticità.

– la scelta per la Pace e per la sostenibilità ambientale: il quadro che ci restituisce questo fase storica è caratterizzato da profonde disuguaglianze e contraddizioni che stanno rapidamente degenerando in conflitti aperti sempre più gravi. E’ indispensabile recuperare una comune volontà di soluzione dei problemi in coerenza con l’art. 3 della nostra Costituzione; ripudiare la guerra, come riaffermato nell’art. 11. La Pace è l’unica condizione e possibilità di futuro per noi e per le prossime generazioni. Allo stesso tempo, la ricerca di un nuovo equilibrio sostenibile tra necessità di sviluppo e uso delle risorse naturali è indispensabili per la sopravvivenza del genere umano. L’impegno politico su questi versanti è decisivo.

Per il voto del 25 settembre del 2022, la FIEI auspica la più ampia partecipazione al voto, fa appello alle istituzioni affinché venga assicurata la necessaria informazione alle elettrici e agli elettori e perché l’esercizio di voto all’estero si svolga nel pieno rispetto di quanto previsto dalla Costituzione.

ALCUNE PROPOSTE

Per le elezioni politiche italiane del 25 settembre 2022, la FIEI presenta ai candidati nella Circoscrizione Estero alcune proposte programmatiche che ci si auspica vengano recepite e sostenute:

– svolgimento della IV° conferenza mondiale dell’emigrazione italiana durante la prossima legislatura: come già sollecitato da diversi anni da gran parte del mondo associativo, appare indispensabile, a 22 anni dall’ultima Conferenza degli italiani nel mondo, predisporre e approfondire una analisi complessiva della situazione e riformulare un approccio organico alle politiche emigratorie coniugando diritti, aspettative e opportunità della vecchia e della nuova emigrazione.

– assumere e rendere operativi gli orientamenti e gli impegni definiti in sede di Conferenza Stato-Regioni-Prov.Autonome-Cgie: il lungo e partecipato lavoro realizzato in preparazione della Conferenza svoltasi nel dicembre del 2021 e le sue decisioni finali ricomprese nei diversi documenti vanno integralmente acquisite e rese operative sia a livello centrale che regionale; gli elementi di ampia condivisione espressi in tale occasione da ministri e rappresentanti del Governo e delle Regioni intervenuti, costituiscono una base importante di ripresa delle politiche attive verso la nostra emigrazione; il carattere “permanente” della Conferenza consente e richiede la sua immediata riconvocazione non appena il prossimo Cgie sarà operativo. Altrettanto importante è il richiamo del FAIM, recepito dalla Conferenza sul coinvolgimento della dimensione emigratoria all’interno delle Missioni in cui è articolato il PNRR.

– adeguare le risorse a disposizione dell’emigrazione: a fronte del raddoppio della consistenza delle collettività emigrate e di alti tassi di incremento della nuova emigrazione, le risorse messe a disposizione sono state, quantitativamente e qualitativamente inadeguate. E’ necessario implementare la spesa pubblica in questo settore secondo le indicazioni e gli orientamenti presenti nei documenti preparatori e conclusivi della Conferenza Stato-Regioni-Prov.Autonome-Cgie del novembre 2021, che richiama anche tutte le Regioni a riattivare misure idonee e a sostenerle con investimenti congrui.

– rafforzamento rete consolare e sussidiarietà delle rappresentanze sociali: i tagli di bilancio hanno inciso gravemente sulla condizione della rete consolare, sull’assistenza diretta ed indiretta, sul funzionamento di Comites e Cgie, sull’informazione, sugli enti gestori, sulla tenuta del tessuto associativo. La questione della tutela e dell’orientamento alla nuova emigrazione non ha visto ad oggi alcun significativo investimento. Restano ampiamente sottovalutate le opportunità di valorizzazione del ruolo delle nostre collettività in riferimento all’internazionalizzazione del sistema paese (formazione linguistica e professionale, promozione turistica, culturale e imprenditoriale, cooperazione tra l’Italia e i paesi di accoglimento); anche rispetto a questo capitolo, vanno acquisite le indicazioni scaturite dalla Conferenza Stato-Regioni-Prov.Autonome-Cgie.

– formalizzare le convenzioni tra Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale, i Patronati e l’Associazionismo: in considerazione dell’aumento dell’entità e dei mutati fabbisogni della emigrazione italiana, c’è oggi bisogno di uno sforzo congiunto e sinergico delle presenze organizzate all’estero, istituzionali e sociali, in particolare sulla questione della nuova emigrazione. E’ necessario che gli impegni presi vengano rapidamente tradotti in concrete misure che valorizzino le competenze di servizio e del terzo settore. Ciò può costituire una premessa importante per progettare una nuova politica dell’emigrazione che impegni lo Stato sia a livello centrale che regionale e che coinvolga anche la dimensione europea.

– centri di informazione, orientamento e assistenza per la “nuova emigrazione”: per favorire percorsi di piena integrazione dei nuovi emigrati nei vari Paesi di destinazione e, al tempo stesso, tutelarne i diritti anche nelle fasi di mobilità tra un Paese e l’altro o di rientro in Italia, è urgente l’attuazione di un programma integrato di accompagnamento, orientamento e assistenza della nuova emigrazione, condiviso e partecipato da Associazioni, Centri di formazione, Patronati, che si avvalga del diffuso tessuto di strutture sociali presenti all’estero.

– lingua, cultura e formazione: l’insegnamento della lingua italiana costituisce un diritto dei nostri giovani all’estero e, insieme, un’occasione importante di valorizzazione della cultura italiana nel mondo. E’ quindi indispensabile potenziarne le risorse, garantire la tenuta della rete degli Enti Gestori e una governance pubblica in grado di programmarne lo sviluppo e la qualità. Altrettanto importante e qualificante per la ricostruzione di una politica organica per l’emigrazione è la riattivazione del programma di formazione professionale del Ministero del Lavoro destinato agli italiani residenti in paesi extraeuropei, per valorizzare le competenze interculturali delle nuove generazioni dell’emigrazione anche nei processi di cooperazione economica e culturale tra Italia, i paesi extraeuropei e favorire il potenziamento del sistema paese.

– sostegno all’associazionismo: la realtà associativa va tutelata e sostenuta istituzionalmente in quanto momento basilare e fondamentale di coesione e di dialogo all’interno delle collettività emigrate, di cittadinanza attiva, di costruzione di reti di solidarietà e di lavoro comune, di rinnovamento e adeguamento ai nuovi contesti, come proposto nell’ultimo congresso del Faim (Forum delle Associazioni Italiane nel Mondo).

– riforma di COMITES e CGIE e della Legge 459 sul voto all’estero: in riferimento alle questioni della rappresentanza va attuata la riforma dei COMITES e del CGIE con il potenziamento delle funzioni dei due istituti; dopo il taglio del Parlamento e la riduzione della rappresentanza parlamentare è necessario il rafforzamento e l’autonomia di tali istituti; il CGIE deve acquisire, sulle materie specifiche indicate nella sua Legge istitutiva, funzioni e autonomia analoghe a quelle di un Consiglio Regionale, in rappresentanza di una popolazione all’estero che è inferiore solo a quella della Lombardia; in riferimento al Voto all’estero e alla Circoscrizione Estero, va sostenuto il recupero di un equilibrio tra l’entità dell’elettorato all’estero (raddoppiato nel corso di 15 anni ed oggi pari a 5,5 milioni di elettori) e la sua rappresentanza in Parlamento (che invece si è nel frattempo ridotta del 30%); ove tale recupero di giusta proporzionalità non sia acquisibile nella configurazione della Circoscrizione Estero, è opportuno riflettere sull’opzione alternativa di un voto dall’estero sui collegi nazionali, con garanzia di candidature e di un numero congruo di eletti residenti all’estero; con la attuale architettura il principio costituzionale di eguaglianza del voto non è infatti rispettato né nel rapporto tra cittadini elettori all’estero ed eletti nella Circoscrizione Estero, ma neanche tra le 4 diverse ripartizioni in cui è articolata la stessa Circoscrizione, nelle quali si eleggono lo stesso numero di senatori in collegi con popolazione variabile tra i 250.000 e il 2,5 milioni di elettori.

– Servizio pubblico radiotelevisivo e informazione: Il miglioramento in qualità e diversificazione dell’offerta di informazione della RAI – che ne confermi la valenza di servizio pubblico anche per gli oltre 6,5 milioni italiani nel mondo – e il potenziamento delle risorse per la stampa e per l’informazione, anche via web, costituiscono obiettivi importanti da perseguire alla luce dei cambiamenti in atto, della crescente domanda che proviene sia dalle nostre collettività che dal mondo degli oriundi e delle opportunità di valorizzare, attraverso di esse, l’immagine del nostro paese all’estero.

F.I.E.I. – fieitalia@gmail.com – www.fiei.it

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